Sotto i moduli fotovoltaici aumenta la resa delle colture orticole

CATEGORIE:

Arrivano dalla Francia i risultati molto positivi della produzione di melenzane in una serra agrivoltaica. Importante il ruolo del monitoraggio attraverso specifici sensori. In Alto Adige si sta lavorando anche per realizzare un sistema agrivoltaico per un meleto.

ADV
image_pdfimage_print

Nascono in tutta Europa nuovi progetti di agro-fotovoltaico e iniziano ad essere documentati anche alcuni risultati interessanti dal punto di vista della produzione agricola.

È il caso di un progetto agrivoltaico in Francia nella regione di Lot-et-Garonne per colture orticole in serra.

Nello specifico di tratta di una serra agrivoltaica di 2.500 mq. Il monitoraggio di quasi due anni ha dimostrato che la resa della produzione di melanzane sottostante i moduli FV è aumentata rispetto al passato di oltre il 50%.

Lo specialista agronomico francese Sun’Agri, da dodici anni attivo nel settore, ha così rivelato di recente un rapporto su una coltura di melanzane coltivate nella serra agrivoltaica Brinkhoff a Granges-sur-Lot.

La struttura sta consentendo all’operatore di adattare la produzione della coltura ai rischi climatici sempre più intensi e frequenti, come ad esempio il forte aumento della temperatura media all’interno delle serre (30 gradi in primavera e 40 in estate) che in genere provoca danni ai fiori e accelera lo sviluppo di nuovi parassiti.

Sotto il dispositivo solare (135 kWp) sono stati così raccolti più di 800 kg di ortaggi rispetto ai circa 500 kg dell’area di riferimento. Inoltre, le melanzane raccolte sotto i panelli hanno una biomassa maggiore, che attesta un migliore sviluppo della pianta.

Da quando la serra è stata commissionata, sono stati coltivati nove tipi di frutta e verdura: pomodori, cetrioli, melanzane, peperoni, sedano, finocchi, spinaci, valeriana e fagiolini.

Il gruppo Sun’Agri ha dotato le colture di tre tipi di sensori per un’analisi dettagliata delle loro condizioni e la valutazione dei fattori meteorologici. Ad esempio, sensori micro-meteorologici posti a diverse altezze della pianta che misurano la temperatura dell’aria, l’umidità, il vento e l’irraggiamento.

Inoltre, i sensori di radiazione fotosinteticamente attiva che misurano la radiazione attiva per la fotosintesi, consentendo di stimare la crescita della pianta e le sue esigenze. I “sensori vegetali” consentono poi di osservare il comportamento della pianta (stato dell’acqua, funzionamento, stress, temperatura degli organi) e di ottimizzarne il benessere in tempo reale.

“Coltiviamo vari ortaggi sotto queste feritoie senza bisogno di sbiancare le serre in estate. Con due anni di esperienza abbiamo potuto osservare che c’è meno pressione da parassiti come gli afidi. I prossimi raccolti ci permetteranno di confermare e completare i primi incoraggianti risultati di questo dispositivo”, ha dichiarato Youp Brinkhoff, responsabile dell’azienda.

Intanto in Alto Adige un consorzio di imprese partecipanti al progetto europeo Symbiosyst, ha promosso un progetto di agrivoltaico in un meleto. L’obiettivo è ovviamente installare pannelli fotovoltaici nei campi senza nuocere alla coltura.

L’impianto sarà dotato di avanzate tecnologie per l’irrigazione e la protezione da grandine e gelo. Inoltre, grazie a specifici sistemi di monitoraggio, verranno raccolti dati su produzione elettrica e agricola, oltre ai dati ambientali, utilizzati per definire le linee guida dei nuovi impianti agrivoltaici in grado di garantire, in una stessa area, energia rinnovabile e agricoltura sostenibile tutelando la biodiversità.

L’obiettivo di Symbiosyst (dove sono presenti perl’Italia Enea, Centro di Sperimentazione Laimburg, EF Solare Italia, Eta Florence – Renewable Energies, Convert Italia e Südtiroler Bauernbund, oltre a diversi partner esteri) è di conciliare una maggiore diffusione di impianti per la produzione di energia rinnovabile con le necessità del settore agricolo, creando un rapporto, appunto, simbiotico e reciprocamente vantaggioso in modo da abbattere le emissioni, tutelare il paesaggio e sostenere l’economia.

Il consorzio è coordinato da Eurac Research, centro di ricerca con sede a Bolzano.

I prodotti e i servizi sviluppati nel corso del progetto verranno testati attraverso la realizzazione e l’attivazione di una rete di dimostratori di impianti agrivoltaici. Gli studi prenderanno in considerazione quattro scenari agricoli differenti per localizzazione, clima, dimensione e tipo di colture.

Di agrivoltaico o agro-fotovoltaico si parlerà domani, mercoledì 1 febbraio (ore 9,30) nell’ambito di Fieragricola Tech di Verona, in un workshop organizzato dalla fiera in collaborazione con QualEnergia.it, dal titolo Agrovoltaico: stato dell’arte tecnologico, normativa e incentivi. Quali opportunità per il settore agricolo?

ADV
×