Riqualificazione energetica dei siti culturali e ruolo della Pubblica Amministrazione

Efficienza energetica e rinnovabili per il patrimonio culturale richiedono interventi e prodotti specifici. Alcuni casi interessanti sono stati realizzati attraverso il Partenariato Pubblico Privato.

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Anche l’efficienza energetica e l’uso di rinnovabili deve riguardare il patrimonio artistico, storico e culturale del nostro paese.

In questi casi l’approccio quello di trovare una corretta integrazione con le strutture e aree interessate, integrazione che spesso richiede compromessi, per esempio a discapito della massima capacità produttiva degli impianti oppure per i più elevati costi di prodotti spesso ancora poco diffusi sul mercato.

Abbiamo già raccontato come la Commissione europea stia co-finanziando progetti che sperimentano e propongono elementi innovativi da utilizzare per la transizione energetica di città e quartieri storici (Tecnologie e soluzioni energetiche compatibili per i quartieri storici). E ora cominciano a diffondersi anche esempi di prime esperienze concrete di interventi energetici applicati al patrimonio culturale italiano.

Durante un recente convegno – organizzato dalla Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio/Soprintendenza speciale per il PNRR e il MAXXI – si è ribadito un concetto: la presenza attiva della pubblica amministrazione può contribuire a garantire che un intervento di riqualificazione energetica sia meglio integrato nel contesto, o nell’immobile, storico-culturale.

Il suo ruolo si riflette per esempio nella governance pubblica degli impianti Fer e nel Partenariato Pubblico Privato (PPP) per l’attuazione degli interventi.

Durante il convegno al MAXXI sono state illustrate alcune esperienze italiane. Vediamo allora alcuni esempii.

La governance dell’amministrazione comunale per impianti fotovoltaici nei borghi medievali in Abruzzo

L’efficientamento energetico è rilevante anche nella ricostruzione post sisma in Abruzzo, regione con l’80% del territorio sottoposto a tutela paesaggistica.

Non sorprende che Cristina Collettini, Soprintendente ABAP (Archeologia, Belle Arti e Paesaggio) per la provincia de l’Aquila abbia riferito nel corso dell’evento che in quel 20% di territorio non vincolato vengono “installati impianti fotovoltaici che devastano il paesaggio, quando la gestione è in mano al privato”. Sappiamo bene che tra rinnovabili e sopraintendenze (e Ministero dei beni culturali) non c’è mai stato un buon feeling.

Tuttavia Collettini ha spiegato come per realizzare progetti di qualità e ben inseriti nei contesti storici e paesaggistici sia importante una governance pubblica dall’alto (Stato, Regione) e dal basso, attraverso le Amministrazioni comunali.

In questo senso un esempio interessante è stato realizzato nel borgo fortificato di Castello Camponeschi (AQ), valorizzato da un progetto partito dal consiglio regionale, approvato dalla Soprintendenza, che prevede l’inserimento del coppo fotovoltaico sulle coperture. Intervento che comunque non era sufficiente per rendere il castello energeticamente autosufficiente.

La Regione ha così chiesto supporto alla Soprintendenza, e insieme hanno deciso di realizzare vicino al borgo storico, un “borgo tecnologico fotovoltaico”, in grado di rendere la struttura energeticamente autonoma. È possibile visitarlo e conoscere anche le informazioni sulla quantità di energia che viene prodotta e consumata. L’impianto non ha impatti visivi ed è visibile soltanto da chi va a visitarlo.

Tra le buone pratiche, frutto della collaborazione tra Soprintendenza e amministrazioni comunali, la Collettini ha suggerito anche il regolamento sull’inserimento di impianti fotovoltaici nel centro storico medievale di Navelli. Questo intervento nasce perché gli impianti fotovoltaici installati sui tetti “stonavano” con il borgo circostante. L’amministrazione locale è intervenuta chiedendo supporto alla Soprintendenza per definire uno specifico regolamento (pdf).

Prima, con una zonizzazione (pdf) si è ripartito il borgo seguendo questi criteri: quali tipi di impianti di energia a fonti rinnovabili si possono installare? Quali interventi di efficientamento energetico sono permessi? Poi, per ogni zona è stata fatta una scheda con l’elenco degli interventi ammissibili, in termini di efficientamento energetico e di installazione di fonti rinnovabili.

Partendo dal modello Navelli, è nato in Abruzzo un altro esempio che riguarda le Comunità energetiche: un gruppo di 6 comuni a ridosso della Majella – Pescocostanzo, Rivisondoli, Pacentro, Cansano, Campo di Giove, Pettorano sul Gizio – ha chiesto alla Soprintendenza di individuare insieme le aree dove localizzare impianti fotovoltaici, nonché le modalità di installazione, ad esempio su pensiline a copertura di parcheggi, su plessi scolastici, sui loculi moderni nelle aree cimiteriali. L’elettricità solare generata è distribuita alla popolazione dei comuni.

Il PPP per la riqualificazione energetica del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli

Il progetto di riqualificazione del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli è il primo caso in Italia di Partenariato Pubblico-Privato (PPP) per la riqualificazione di un museo con la cooperazione del Ministero dei Beni Culturali e di Invitalia, centrale di committenza.

Il Museo ed ENGIE Italia hanno siglato un contratto di PPP attraverso il project financing per il restauro, la riqualificazione e efficientamento energetico del sito (scheda progetto).

L’investimento può contare su un importo complessivo di 45.726.000 euro, di cui 22,2 milioni di contributo pubblico (il 48% circa del totale) e 23,5 milioni a carico di ENGIE, come contributo privato.

La parte più importante della riqualificazione energetica consiste in un impianto fotovoltaico e un impianto di trigenerazione, in grado di autoprodurre più del 90% dell’energia utile al fabbisogno del Museo.

L’impianto fotovoltaico ha una potenza di oltre 500 kW, composto da 4500 moduli, integrato nella copertura della Reggia di Capodimonte. Visto che la Reggia è una sorta di icona monumentale all’interno dello skyline urbano della città di Napoli, il restauro della copertura è stato condotto in sinergia con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.

Sia il manto in tegole che quello fotovoltaico (non visibile dal basso) saranno del tipo “tetto ventilato”, cioè realizzati su una sottostruttura in listelli rimovibili e montati a seguito del restauro delle capriate novecentesche in cemento armato.

Inoltre, grazie all’impianto di trigenerazione  (per fornire elettricità, riscaldamento e raffreddamento) sarà possibile produrre ogni anno circa 800 MWh di energia elettrica e circa 1 GWh di energia termica.

Tra le tecnologie previste sono comprese anche quelle per la nuova climatizzazione e la regolazione dell’aria all’interno del sito. Gli spazi climatizzati aumenteranno del 77%, per un totale di 16mila mq.

Il sistema di monitoraggio termoigrometrico e la manutenzione programmata della climatizzazione permetteranno di regolare la temperatura e l’umidità nelle 126 sale, consentendo anche la migliore conservazione delle 49mila opere d’arte presenti nel Museo.

Si prevede l’installazione di 7mila punti luce LED ad alta efficienza e l’installazione di un sistema di supervisione degli impianti di illuminazione.

ENGIE si occuperà per i prossimi 20 anni della gestione dei servizi energetici, tecnologici e multimediali oltre che della manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti.

I lavori, iniziati lo scorso settembre, termineranno a dicembre 2025. Il cronoprogramma prevede una cantierizzazione in più fasi, così da dover chiudere solo alcune aree del museo, che resterà aperto al pubblico durante tutta la durata dei lavori.

I risultati energetici attesi dal progetto consentiranno un’autonomia energetica del sito di più del 90% attraverso l’autoproduzione dell’energia elettrica utile al proprio fabbisogno, oltre che in un risparmio complessivo di energia di circa il 50%.

Per approfondire altre esperienze di riqualificazione energetica di immobili e siti storico-culturali che hanno coinvolto la pubblica amministrazione e la Soprintendenza rimandiamo al video integrale del convegno.

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