Idee per riqualificare energeticamente gli edifici pubblici nell’area mediterranea

Un progetto europeo ha lavorato su alcune raccomandazioni orientate a facilitare la riqualificazione energetica del parco immobiliare pubblico nei sette paesi coinvolti, anche con lo scopo di replicare questi interventi in altre aree del Mediterraneo.

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L’edilizia è il maggior consumatore di energia nell’area del Mediterraneo. E, come sappiamo, la maggior parte degli edifici è inefficiente dal punto di vista energetico e gli scarsi interventi nel tempo hanno portato a un aumento del consumo e delle emissioni di CO2.

Parte da questa considerazione, il progetto europeoSOLE – High Energy efficiency for the pubLIc stOck buildingS in Mediterranean”, che ha trattato il tema della riqualificazione energetica innovativa ed economicamente vantaggiosa degli edifici pubblici, coinvolgendo 7 paesi del Mediterraneo: Italia, Grecia, Egitto, Giordania, Libano, Spagna e Tunisia.

Questa iniziativa – partita nel luglio del 2020 e con chiusura prevista il 9 ottobre 2023 – ha un valore complessivo di 3,6 milioni di euro, dei quali 3,2 milioni finanziati dal programma ENI CBC Med 2014-2020. A guidare il partenariato di 11 membri è stato ANCI Toscana.

Tra le attività svolte nell’ambito del progetto SOLE sono stati realizzati 7 progetti pilota orientati a ridurre il consumo di energia degli edifici pubblici nelle 7 aree del Mediterraneo coinvolte.

I risultati ottenuti sono stati utilizzati dal partenariato per sensibilizzare i decisori politici responsabili del settore energetico, dalla scala locale a quella nazionale. Il progetto ha indicato delle raccomandazioni politiche transfrontaliere per le ristrutturazioni energetiche di edifici pubblici, con lo scopo di essere poi anche replicabili in altre zone non coinvolte nel progetto.

Le raccomandazioni

Le raccomandazioni politiche, cosiddette “transfrontaliere” (cioè che possono riguardare tutti i paesi), sull’efficienza energetica degli edifici pubblici del progetto SOLE (allegate in fondo) possono essere così sintetizzate:

  • Interventi di riqualificazione energetica integrati e riguardanti soggetti pubblici e privati

Gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici devono essere complementari agli interventi di riqualificazione energetica di altri settori, per esempio quello della mobilità (pubblica e privata) e degli spazi aperti pubblici (es. illuminazione pubblica).

Così il progetto suggerisce che durante l’ammodernamento degli edifici pubblici e dei relativi impianti, siano integrati i sistemi di riscaldamento, raffreddamento, ventilazione, ma anche la ricarica di veicoli elettrici e gli impianti di energia rinnovabile.

Per esempio, tra i progetti pilota del progetto, sono state migliorate le prestazioni energetiche della sede dell’Agenzia Andalusa per l’Energia a Siviglia. Queste azioni si sono concentrate sull’isolamento termico di pareti, pavimenti e controsoffitti. Le porte e le finestre sono state sostituite, migliorando anche l’utilizzo della luce naturale.

Il condizionamento dell’aria è stato migliorato ottimizzando il recupero del calore dell’aria di ventilazione e applicando il freecooling in base alle condizioni esterne. Un nuovo impianto con tecnologia Led è stato integrato in un sistema di controllo centralizzato che consente l’utilizzo dell’illuminazione naturale e regola il flusso luminoso in ogni momento in base alle esigenze reali.

Inoltre, è stato realizzato un nuovo impianto fotovoltaico che consentirà alla struttura di avere un elevato grado di autoconsumo, visto che dispone anche di batterie. Infine, nell’area parcheggio dell’edificio, sono stati posizionati 2 punti di ricarica elettrica, alimentati sempre dall’impianto FV. Con questi interventi si prevede un risparmio energetico superiore al 50%. L’investimento è stato di 275milaeuro, di cui il 90% finanziato dal Programma europeo.

Un altro esempio di azione pilota finanziata da SOLE è la riqualificazione energetica di uno stadio del comune di Jouineh in Libano, con l’installazione di pannelli fotovoltaici (205 kWp) sulla copertura dell’impianto sportivo (il siistema include anche le batterie).

È stata finanziata anche la riqualificazione di una scuola nella città di Madaba in Giordania, dove si sono realizzati interventi di efficienza energetica e installati sul tetto 84 kWp fotovoltaici, una potenza idonea a coprire tutto il fabbisogno dell’edificio.

Altri interventi realizzati nella scuola: l’installazione di un impianto solare termico, la ristrutturazione degli impianti elettrici esistenti per adeguarli alle nuove tecnologie installate, l’isolamento termico dell’edificio (muri esterni, tetto, finestre), sistemi di aria condizionata con inverter in tutte le stanze, e riqualificazione del sistema di illuminazione con tecnologia led; installati anche dispositivi per il controllo e il monitoraggio dei nuovi consumi di energia.

  • Istituire standard di efficienza energetica per gli edifici pubblici

Le normative europee, nazionali e regionali devono essere aggiornate e allineate all’attuale situazione mondiale: si dovrebbero introdurre in maniera graduale standard minimi di prestazione energetica sempre più esigenti per incentivare la ristrutturazione degli edifici pubblici a basso rendimento.

Bisognerebbe promuovere la riqualificazione degli immobili pubblici, da “edifici net zero” a “edifici zero” o “edifici a consumo positivo”. Questi standard dovrebbero fissare obiettivi chiari per il risparmio energetico e stabilire misure di efficienza energetica nel settore del parco immobiliare pubblico; inoltre, dovrebbero essere regolarmente aggiornati per considerare gli eventuali progressi tecnologici.

Va anche considerata indispensabile e urgente la definizione di standard per i nuovi edifici pubblici, anche perché il passaggio da edifici pubblici a emissioni prossime allo zero a quelli a energia positiva dovrebbe avvenire già entro il 2027.

Per questo aspetto il progetto ha preso spunto dalla buona pratica della Grecia, dove il programma Electra fissa un obiettivo minimo di categoria di efficienza energetica per gli edifici pubblici ristrutturati.

  • Tenere conto della vocazione degli edifici storici

È necessario stabilire obiettivi di efficienza energetica specifici anche per gli immobili storici tutelati.

  • Semplificare le procedure burocratiche

La complessità burocratica potrebbe rappresentare un ostacolo per stimolare interventi di riqualificazione energetica.

Le norme e le linee guida europee potrebbero per esempio aiutare gli enti locali a semplificare le procedure di audit energetico per i comuni. Per accelerare questo processo si dovrebbero adottare indicazioni più specifiche per indirizzare  misure ancora troppo generiche di gestione energetica (illuminazione a Led negli edifici, illuminazione stradale a Led, doppi vetri, ecc.).

  • Fornire incentivi finanziari per gli investimenti in efficienza energetica negli edifici pubblici

Lo scopo è contribuire a superare gli elevati costi iniziali di questi interventi e incoraggiare le istituzioni pubbliche a investire in queste tecnologie.

Gli incentivi dovrebbero essere inizialmente mirati a servizi specifici, come scuole o ospedali, ed essere regolarmente monitorati per garantire che siano efficaci. Per esempio, il partner libanese ha proposto esenzioni fiscali e dell’Iva per l’acquisto di materiali e componenti necessari per gli interventi di risparmio energetico.

  • Aggiornare i corsi di formazione per migliorare le competenze dei professionisti

Ad oggi scarseggiano professionisti e neolaureati con competenze specifiche sulla riqualificazione energetica degli edifici; si caldeggiano quindi la formazione e interventi che consentono di creare nuove opportunità di lavoro, non solo nell’edilizia, ma anche nel campo urbanistico e nell’audit energetico.

  • Promuovere cambiamenti comportamentali attraverso campagne di sensibilizzazione

Si chiede poi di lanciare campagne di risparmio energetico tra i lavoratori pubblici per sensibilizzarli sull’importanza dell’efficienza energetica e sul contributo che loro possono dare adottando comportamenti orientati a tagliare i consumi di energia nei luoghi di lavoro.

Per esempio, il Comune di Livorno aderendo alla campagna di sensibilizzazione ACT GREEN del progetto SOLE, ha coinvolto un piccolo edificio comunale “Palazzina della Pescheria” e i suoi 53 dipendenti. Prima di iniziare la campagna è stato fatto un monitoraggio del consumo energetico dell’edificio (anche notturno e nei giorni non lavorativi) stimato in 887 kWh a settimana.

Grazie all’iniziativa, il personale, informato sui consumi energetici dello stabile con dati reali, ha permesso di ottenere alcuni risultati positivi: il consumo energetico settimanale è sceso a 562 kWh in sole tre settimane, per un risparmio sulla bolletta di circa 122 €/settimana e di circa 6.300 €/anno, oltre alla conseguente riduzione delle emissioni.

Per aiutare altri Comuni italiani a replicare questa esperienza sono state messe a disposizione dal progetto delle linee guida (pdf).

Altri modi per stimolare i lavoratori pubblici a preferire abitudini sostenibili sono per esempio la gamification e i programmi di welfare con premi.

  • Introdurre la Carta d’Identità Digitale dell’edificio

Migliorare l’affidabilità, la qualità e la digitalizzazione dei Certificati di Efficienza Energetica affinché diventino uno strumento informativo utile per i lavoratori pubblici.

Quest’altro strumento dovrebbe basarsi su classi di efficienza energetica con criteri comuni, e non come avviene ora con criteri non comparativi. Vanno promosse le ristrutturazioni degli edifici pubblici partendo da una definizione di “ristrutturazione profonda” e dall’introduzione di passaporti di ristrutturazione edilizia che identifichino le misure adottate.

Infine, è interessante notare che il progetto incoraggia le amministrazioni regionali anche ad intraprendere lo sviluppo di comunità energetiche. Nell’area del Mediterraneo c’è infatti un notevole spazio da utilizzare nei tetti degli edifici pubblici per installare impianti solari, anche nell’ottica di alleviare la povertà energetica.

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