Le rinnovabili battono il nucleare su tempi e costi: tutti i numeri del confronto

Dati e analisi del World Nuclear Industry Status Report 2021.

ADV
image_pdfimage_print

Il nucleare è molto più lento a sviluppare nuovi impianti e molto più costoso delle fonti rinnovabili. Un dato ormai incontrovertibile.

Il World Nuclear Industry Status Report 2021 (link in basso) evidenzia che le energie rinnovabili hanno resistito agli impatti della pandemia tanto che nel 2020 si sono installati 256 GW di nuovi impianti, in crescita del 30% sul 2019. Ciò grazie alla spinta di eolico e fotovoltaico con rispettivamente 111 e 127 GW realizzati su scala globale. È il massimo di sempre, come riportato dalle statistiche Irena.

Al contrario, lo scorso anno la capacità netta installata nel nucleare è aumentata di soli 400 MW.

Intanto la produzione da rinnovabili (idroelettrico escluso) ha registrato nel 2020 un +13%, mentre quella da nucleare è diminuita del 4% circa.

Nel rapporto, il cui principale autore è Mycle Schneider, consulente energetico indipendente basato a Parigi, si legge poi che i valori Lcoe (Levelized Cost of Electricity: il costo totale per produrre elettricità con una data tecnologia nell’arco della sua vita) di eolico e fotovoltaico utility-scale sono crollati, rispettivamente, del 70% e 90% tra 2009 e 2020.

Invece i valori Lcoe del nuovo nucleare sono saliti del 33% nello stesso periodo.

Anche guardando al volume degli investimenti, il confronto rinnovabili vs nucleare è senza storia: più di 300 miliardi di dollari destinati alle rinnovabili elettriche (idroelettrico escluso) nel 2020, contro circa 18 miliardi di $ per decisioni di investimento in nuovi reattori nucleari.

Nel 2020, precisa lo studio, la quota di nucleare nel mix elettrico globale ha ripreso la lenta ma costante tendenza al declino, portandosi al 10,1% della generazione lorda complessiva, sempre più lontano dal picco del 17,5% toccato nel 1996.

A luglio 2021, si legge nel rapporto, erano in funzione 415 reattori in tutto il mondo per una potenza totale installata di circa 369 GW, appena un paio di GW in più del massimo storico del 2006 (367 GW), come riassume il grafico seguente, tratto dal rapporto.

In questo momento, 17 paesi stanno costruendo 53 reattori, di cui 18 in Cina per complessivi 17 GW di capacità.

Dal rapporto emerge la lentezza di costruzione: almeno 31 progetti sono in ritardo sulla tabella di marcia; in diversi casi, si sono registrati nuovi e più marcati ritardi durante gli scorsi 12 mesi.

Tra i reattori in costruzione da un decennio o più, si citano Olkiluoto in Finlandia e Flamanville in Francia, entrambi con tecnologia francese EPR.

Nel decennio passato, sono entrati in funzione 63 nuovi reattori, di cui 37 in Cina, con un  tempo medio di dieci anni tra inizio dei cantieri e connessione in rete.

Torniamo così alle perplessità sul nucleare come possibile soluzione per una transizione energetica accelerata, oltre che per tutte le altre criticità che conosciamo: sviluppare nuovi impianti a fonti rinnovabili è molto più rapido ed economico, soprattutto se si mettono in ballo le iniziative per il nucleare di quarta generazione, la cui maturità tecnologica e commerciale resta molto distante da un orizzonte compatibile con gli obiettivi climatici europei e internazionali.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

ADV
×