Ricarica e vendite auto elettriche in Italia, Motus-e fa il punto

Aumentano del 12% punti e infrastrutture di ricarica, ma il 15% ancora non è utilizzabile. Le vendite risentono della crisi pandemica, ma il ritmo di crescita fa ipotizzare che i bonus non dureranno fino a tutto il 2021. Motus-E: "bisogna supportare la domanda".

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Al 30 giugno 2021 in Italia risultano installati 23.275 punti di ricarica in 11.834 stazioni (o colonnine) e 9.453 location accessibili al pubblico.

Di queste, circa il 15% delle infrastrutture installate risulta ancora non utilizzabile dagli utenti finali, in quanto non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative.

Questo in estrema sintesi il quadro sugli strumenti per la ricarica dei veicoli elettrici evidenziato da Motus-E nel suo aggiornamento trimestrale sullo stato di salute del settore della mobilità elettrica in Italia (link in basso).

Rispetto alla precedente elaborazione di marzo 2021, si nota un aumento dei tassi di crescita, complici sicuramente la ripresa e il miglioramento della situazione pandemica.

Si registra, infatti, un incremento di 2.518 punti di ricarica (+12% contro un +8%, +1.433 nel trimestre precedente) e 1.303 infrastrutture (+12% contro un +8%, +822 nel trimestre precedente).

Come detto, il 15% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali, anche se si tratta di una percentuale in calo rispetto al 22% della precedente rilevazione.

Dall’inizio dell’attività di analisi di Motus-E, che risale a settembre 2019 (erano 10.647 i punti di ricarica in 5.246 infrastrutture), si registra una crescita del +118% e una crescita media annua del +53%.

Dove si trovano le stazioni di ricarica?

In media, delle 11.834 stazioni di ricarica, l’80% è collocato su suolo pubblico (ad es. su strada), mentre il restante 20% su suolo privato a uso pubblico (supermercati o centri commerciali).

In termini di potenza, il 95% dei punti di ricarica è in corrente alternata (AC), mentre solo il 5% in corrente continua (DC).

Inoltre, il 19% dei punti sono a ricarica lenta (con potenza installata pari o inferiore a 7 kW), il 77% a ricarica accelerata o veloce in AC (tra 7,5 kW e 43 kW) e solo un 5% veloce in DC (da 44 kW in su) e quasi l’1% ad alta potenza o High Power Chargers – HPC (con potenze di almeno 100 kW).

La distribuzione regionale

Il 57% circa delle infrastrutture sono distribuite nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro mentre solo il 20% nel Sud e nelle Isole.

La Lombardia con 4.130 punti è la regione con la maggior presenza: possiede il 18% di tutte le installazioni. Seguono nell’ordine Piemonte, Lazio ed Emilia-Romagna con il 10% a testa, il Veneto 9% e la Toscana 8%. Le prime sei regioni complessivamente coprono il 65% del totale dei punti in Italia.

Mentre, in termini di crescita relativa, le regioni che hanno incrementato di più i loro punti rispetto a dicembre sono state Trentino-Alto Adige, con un +26%, seguita da Friuli-Venezia Giulia +22% e Lazio +19%.

Uno sguardo alle vendite

Il mercato complessivo – spiega Motus-E – sconta ancora un rallentamento rispetto al 2019, un segnale della non completa ripresa dalla crisi pandemica, né sul segmento dei privati, che immatricolano 550.000 nel primo semestre 2021, pari al 12% in meno rispetto al 2019, né sul segmento delle flotte aziendali (canali fleet + noleggio a lungo termine).

Il total market complessivo registra quindi un calo di circa il 17% rispetto al semestre 2019.

Nonostante questo dato, sottolinea l’associazione, non si arresta la crescita delle PEV (le auto alla spina Plug-in Electric Vehicle, somma di BEV e PHEV) che a giugno 2021 raggiungono le 14.105 unità, toccando un nuovo record sul singolo mese, in termini di quota di mercato, pari al 9,4%.

A livello aggregato, dall’inizio dell’anno, questa tipologia di veicoli ha raggiunto una quota di mercato pari al 7,7%, più che raddoppiata rispetto allo stesso semestre del 2020, che scontava un mercato duramente colpito dalla pandemia.

Per capire l’importanza del risultato semestrale si può considerare che, se si fossero mantenuti i volumi totali di mercato del 2019, comunque le PEV avrebbero raggiunto il 6,3% del mercato, più del doppio del semestre dello scorso anno.

Inoltre, nei primi sei mesi del 2021 le immatricolazioni PEV (67.000) hanno già superato le immatricolazioni totali di tutto l’anno 2020 (59.000).

Nello specifico a giugno 2021 si registrano 7.005 BEV (auto elettriche a batteria) e 7.100 PHEV (ibride plug-in), con un risultato sul semestre di 30.252 BEV e 37.881 PHEV, il triplo delle BEV e 7 volte le PHEV registrate nel primo semestre 2020.

Il mese scorso le immatricolazioni BEV si sono riavvicinate alle PHEV, trainate in particolare dal canale privato. Le ibride plug-in rallentano lievemente la loro corsa passando a 7.100 unità rispetto alle 7.600 di maggio 2021; mentre le BEV crescono significativamente passando da 5.117 a 7.005, con un risultato semestrale che vede sul totale di PEV vendute il 44% occupato dalle BEV e il 56% dalle PHEV.

Questo ritmo di crescita secondo Motus-E fa ipotizzare che, nonostante la recente integrazione di 56 milioni di euro, i bonus non dureranno fino alla fine dell’anno.

Dato l’andamento di spesa dell’ecobonus con immatricolazioni ben al di sopra delle normali curve di mercato, la situazione si fa sempre più preoccupante. Il rischio di esaurimento dei fondi con largo anticipo rispetto al 31 dicembre è ormai una certezza e secondo gli ultimi scenari di spesa è presumibile che ciò avvenga addirittura a metà settembre.

Nella sola ultima settimana del mese di giugno sono stati spesi oltre 14 milioni di euro rispetto ad una media, delle settimane precedenti, intorno ai 10 milioni.

L’associazione ribadisce quindi quanto sia necessario che si intervenga al più presto a supportare strutturalmente la domanda per evitare distorsioni di mercato.

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