La Regione Marche dice “no” a un impianto agrivoltaico da 28 MW

Tra le motivazioni del parere negativo, non vincolante, si parla di "forte alterazione del paesaggio percepito". Cosa emerge da alcune recenti sentenze in tema di rinnovabili e paesaggio.

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Regioni ed enti locali spesso rappresentano un ostacolo allo sviluppo delle fonti rinnovabili, come confermano diversi appelli delle associazioni di settore (qui gli ultimi dati del MiTE e la nuova richiesta di Elettricità Futura di velocizzare le autorizzazioni Fer).

Non fanno eccezione gli impianti cosiddetti agrovoltaici o agrivoltaici, cioè gli impianti fotovoltaici integrati nelle attività agricole, che pure hanno un enorme potenziale in Italia e offrono numerosi vantaggi, tra cui il minore consumo di suolo. Eppure in molte occasioni prevalgono gli interessi legati alla tutela del paesaggio.

Così la Regione Marche, spiega una nota della stessa Regione, ha appena dato parere negativo alla realizzazione di un impianto agrivoltaico di 45 ettari, per una potenza di oltre 28 MW da ubicare in un terreno agricolo nel Comune di Cartoceto.

Secondo l’ufficio regionale per la Valutazione di impatto ambientale (neretti nostri nelle citazioni), “l’impianto si inserisce in un contesto a forte vocazione agricola di qualità e la sua realizzazione comporterebbe di fatto, nonostante un parziale mantenimento dell’attività agricola, uno stravolgimento dell’attuale vocazione con ripercussioni anche economiche che non si possono escludere in questa fase”.

Inoltre, si sottolinea che “non è possibile escludere impatti negativi significativi sugli aspetti geomorfologici, idrogeologici e idraulici che rischiano di compromettere la sicurezza dell’impianto e soprattutto della popolazione; sono da attendersi impatti negativi in termini di frammentazione del territorio e interruzione della connettività ecologica, con sottrazione effettiva di habitat”.

Tra le motivazioni, si parla della “forte alterazione del paesaggio percepito“.

Come ha precisato l’assessore regionale all’Ambiente, Stefano Aguzzi, il parere della Regione non è vincolante ed è stato richiesto dal ministero della Transizione ecologica. Anche la Via sarà valutata da una commissione nazionale e la decisione sarà presa dalla Presidenza del consiglio.

Più in generale, in tema di Fer e paesaggio, ricordiamo che per una recente sentenza del Tar Lecce, l’interesse pubblico a realizzare nuovi impianti green può prevalere rispetto a quello di tutela paesaggistica (si veda anche questa sentenza del CdS), al contrario di molti orientamenti espressi da ministeri, soprintendenze e regioni che invece finiscono per bocciare i progetti.

Da citare anche un’altra sentenza del Tar Lecce, di fine luglio, favorevole a un progetto agrivoltaico: secondo i giudici, in sintesi, le amministrazioni nel valutare se concedere o meno le autorizzazioni non possono non considerare la particolarità di questa tipologia di impianti, concepita per convivere con l’attività agricola.

Già lo scorso aprile una pronuncia del Tar di Bari aveva sottolineato che l’agrovoltaico non può essere equiparato al normale fotovoltaico e non deve sottostare agli stessi limiti.

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