Quel mix neozelandese di ecologismo e laburismo per puntare alle emissioni zero nel 2050

Con la conferma di Jacinta Ardern alla guida del governo, la Nuova Zelanda scommette su politiche sempre più verdi.

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In attesa che vada in scena l’atto finale del duello Biden-Trump per la Casa Bianca, le recenti elezioni in Nuova Zelanda mostrano che il clima guadagna posizioni nell’agenda politica di tanti paesi, sia grandi – Cina, Giappone, l’Unione Europea – sia piccoli come appunto la Nuova Zelanda.

Quest’ultima sarà guidata ancora una volta dalla premier laburista Jacinda Ardern, il cui partito ha ottenuto il 49% dei voti (64 seggi) e potrà governare da solo, anche se con ogni probabilità ci sarà una rinnovata  alleanza con i Verdi, che escono da queste elezioni più forti con quasi l’8% di voti e 10 seggi, contro il 6% della tornata precedente.

Nel 2017 Jacinta Ardern aveva iniziato la sua avventura da premier neozelandese, ma era stata costretta ad allearsi con il partito populista NZ First, che ora invece non ha ottenuto seggi avendo preso meno del 3% dei voti, oltre che con i Verdi.

Insomma è molto probabile che la premier potrà accelerare quella “spinta” green che già aveva impresso alla sua politica negli anni scorsi, ad esempio quando nel 2018 il suo governo aveva deciso di bandire nuovi permessi per l’esplorazione di petrolio e gas offshore.

Nel 2019 era poi passato in Parlamento il Zero Carbon Act, che punta ad azzerare le emissioni di gas-serra entro il 2050, con l’eccezione del metano biogenico, vale a dire, il metano prodotto da allevamenti e attività agricole (qui l’obiettivo di riduzione è del 24-47% al 2050 rispetto ai livelli del 2017).

Il Zero Carbon Act, tra le altre cose, ha istituito una commissione speciale per il cambiamento climatico, Climate Change Commission, che aiuterà i governi neozelandesi a rispettare l’impegno delle emissioni-zero entro metà secolo; è prevista, infatti, la creazione di budget quinquennali di carbonio con obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni inquinanti.

Ricordiamo che buona parte del consenso guadagnato ultimamente da Jacinta Ardern si deve alla gestione dell’emergenza coronavirus.

La Nuova Zelanda, infatti, è stata tra i primi paesi a imporre un lockdown e ha avuto pochissimi morti per contagi da Covid-19 (25 su una popolazione di 5 milioni di abitanti).

Vedremo come si muoverà il secondo governo Ardern: in particolare, se la Nuova Zelanda riuscirà a coniugare laburismo ed ecologismo in una politica orientata alla lotta contro il cambiamento climatico.

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