Quanto eolico e solare guideranno la crescita delle rinnovabili in Europa

Approfondiamo qualche previsione sulle tecnologie pulite con l’ultimo rapporto di Agora Energiewende e Sandbag sul settore elettrico del nostro continente.

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Il fotovoltaico è pronto a diventare un pilastro del mix elettrico europeo?

Riprendiamo il rapporto di Agora Energiewende e Sandbag sulla generazione di elettricità nel 2018 e le previsioni al 2030 (vedi qui) per capire meglio come potrebbero crescere le singole fonti rinnovabili nei prossimi anni.

Per farlo, ci aiuterà qualche grafico scelto tra quelli più interessanti del documento.

Partendo proprio dal FV, che secondo gli analisti di Agora Energiewende e Sandbag potrà essere la prossima grande occasione (“the next big thing” nel testo) per le tecnologie pulite in Europa.

Le nuove installazioni FV, dopo essere risalite ai livelli del 2013 con 9,5 GW lo scorso anno, secondo le stime preliminari di SolarPower Europe riprese dal rapporto, potrebbero balzare a 13 e poi 16-17 GW di capacità aggiuntiva ogni dodici mesi nello scenario intermedio e stare addirittura sopra 24-27 e poi 30-32 GW/anno nel periodo 2019-2022 nello scenario più avanzato, come riassume il grafico sotto.

In sostanza, si legge nel documento, il ritmo annuale del fotovoltaico potrebbe triplicare in appena tre anni, ma tutto dipenderà dalle politiche adottate a livello Ue: ecco perché la differenza tra lo scenario “High” e quello “Low” del grafico è così marcata.

E l’Italia, ricordiamo, è tra i paesi che hanno pianificato gli incrementi maggiori di nuova potenza installata in questa fonte: si parla, infatti, di arrivare a 50 GW cumulativi nel 2030 e già oggi in nostro Paese detiene il primato di elettricità generata con il solare sul totale nazionale (8% circa).

Per quanto riguarda poi l’eolico, il secondo grafico che abbiamo scelto mostra l’evoluzione prevista al 2022 (i dati elaborati da Agora Energiewende e Sandbag sono quelli di WindPower Europe).

Alla crescita del 2019 dovrebbe seguire una flessione temporanea, poi l’eolico dovrebbe riportarsi in quota nel 2022, con una successione di numeri che nello scenario intermedio sarebbe così: 19, 15, ancora 15 e 17 GW di nuova capacità annuale.

Nello studio, infine, si discute anche sul ruolo delle biomasse, che secondo gli esperti di Agora Energiewende e Sandbag dovrebbe essere circoscritto, perché le emissioni di CO2 delle biomasse sul ciclo di vita (dalla loro produzione al loro utilizzo) non sono affatto pari a zero.

Difatti, si legge nel rapporto, nel settore elettrico la crescita futura delle rinnovabili (traduzione nostra dall’inglese) “deve basarsi solamente sull’eolico e sul solare”, accelerando lo sviluppo di queste due fonti al massimo potenziale possibile.

Il grafico sotto mostra l’andamento della generazione elettrica con le biomasse in Europa: si nota un certo rallentamento negli ultimi anni, rispetto alla “spinta” più intensa tra 2010 e 2015.

Intanto, lo zoccolo duro dell’energia idroelettrica – vedi il quarto e ultimo grafico sotto – nel 2018 è tornato sui livelli degli anni precedenti, alla “normalità” dopo il punto basso segnato nel 2017 come afferma il documento di Agora Energiewende e Sandbag.

Anche l’Italia, con 47 TWh generati da fonte idrica nel 2018, ha riguadagnato i valori del 2015-2016 certamente più in linea con le medie storiche (vedi anche QualEnergia.it con i dati Terna).

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