La domanda di energia elettrica in Italia a febbraio è stata di circa 24,9 TWh, cioè -3,4% rispetto al febbraio 2020.
Tuttavia, a parità di calendario (scorso anno bisestile) e scorporando i dati sulle temperature i consumi sono risultati sostanzialmente in linea (-0,2%). Ricordiamo che fino a febbraio dell’anno scorso la domanda non aveva subito gli impatti del lockdown che registreremo a marzo.
A livello territoriale, la variazione tendenziale di febbraio 2021 è risultata ovunque negativa, in particolare al Nord (-4,2%).
Dopo quattro mesi consecutivi di crescita l’indice IMCEI (il campione dei consumi industriali monitorato da Terna), ormai tornato ai valori ante crisi, mostra una leggera flessione tendenziale (a parità di calendario) pari all’1,7% rispetto a febbraio 2020.
Nel mese di febbraio le fonti rinnovabili hanno coperto il 33,5% della domanda (poco più del febbraio 2020), senza considerare il consumo dedicato al pompaggio.
Come si può vedere dai dati mensili in tabella (vedi allegato del report mensile di Terna), l’unica fonte in rialzo su febbraio 2020 è l’idroelettrico con quasi il 32% in più. Oltre alle altre rinnovabile, in flessione anche il termoelettrico.
In termini assoluti le rinnovabili elettriche generano nel mese 8,5 TWh (contro 8,6 TWh del febbraio 2020).
I dati del primo bimestre 2021
Nel primo bimestre 2021, nel complesso, la richiesta elettrica diminuisce del 2,2% sul primo bimestre 2020, anche se il dato destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e della temperatura non darebbe alcuna differenza sullo stesso periodo 2020.
Nel bimestre le rinnovabili, con circa 17,8 TWh, hanno coperto il 34,3% della domanda elettrica contro il 32,1% dell’anno precedente: circa 800 GWh in più di produzione.
Si tratta della quota percentuale e in termini assoluti più elevata per le rinnovabili dal 2014 relativamente ai primi due mesi dell’anno.
La produzione nel bimestre gennaio-febbraio 2021 dell’idroelettrico cresce del 18,2% (oltre un TWh in più).
In aumento anche la produzione da eolico (+8,1%), ma in significativo calo quella da fotovoltaico (-19,5%, quasi 600 GWh in meno).
Nel primo bimestre 2021, fotovoltaico ed eolico hanno soddisfatto, rispettivamente il 4,6% e l’8,4% della domanda elettrica del paese. Meno però del 2019 e del 2020.
Insieme, però, eolico e FV non riescono a dare quanto l’idroelettrico (7,2 TWh) che arriva a coprire finora il 13,4% della richiesta (al lordo del pompaggio). La bioenergia copre invece il 5,6% e la geotermia l’1,7%.
A fine febbraio eolico e fotovoltaico rappresentano il 37,9% di tutte le fonti rinnovabili. L’idroelettrico è al 40,7%.
Tornando alla domanda dell’industria, Terna fa notare che l’indice IMCEI che prende in esame e monitora in maniera diretta i consumi industriali di circa 530 clienti cosiddetti energivori connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale (grandi industrie dei settori: cemento, calce e gesso, siderurgia, chimica, meccanica, mezzi di trasporto, alimentari, cartaria, ceramica e vetraria, metalli non ferrosi), ha fatto registrare una flessione tendenziale dell’1,7% considerando l’effetto calendario.
Prosegue la crescita del settore della siderurgia (+3,5%), positivo anche il comparto dei metalli non ferrosi (+9,4%). Il dato complessivo risente dei valori negativi soprattutto della chimica (-14%) e meccanica (-4,6%).
Analizzando separatamente i cosiddetti Clienti Puri (quelli che esclusivamente prelevano dalla rete) e gli Autoproduttori, la variazione tendenziale mostra un calo, rispettivamente, dell’1,3% e dell’11,3%.
Qui i dati sull’anno 2020: La domanda elettrica più bassa da vent’anni, ma le rinnovabili vanno a passo di lumaca
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- Rapporto mensile Terna (febbraio 2021)
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