Post Covid, se la grande finanza europea si schiera per una ripresa verde

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La “European Alliance for a Green Recovery” lanciata dal Parlamento Europeo su impulso di 12 ministri dell’ambiente mette la sostenibilità al centro degli aiuti anti-Covid.

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Più di 50 top manager del settore bancario e assicurativo europeo – tra cui nomi di primo piano internazionale come BNP Paribas, AXA, Allianz e Santander, e società italiane come Poste Vita, Società Cattolica di Assicurazione e Unipol Group – hanno aderito alla “European Alliance for a Green Recovery”, che intende legare gli aiuti finanziari anti-coronavirus al rafforzamento delle misure di sostenibilità climatica, ambientale ed energetica, nell’ambito del Green Deal europeo.

L’alleanza è stata lanciata il mese scorso su iniziativa di Pascal Canfin, eurodeputato centrista francese che presiede la Commissione per l’Ambiente e la Salute pubblica del Parlamento Europeo, e si inserisce in una più ampia programmazione economica che l’Europa ha avviato sui modi migliori per uscire dalla crisi – tema trattato anche in precedenti articoli.

Al suo avvio, all’iniziativa di Confin hanno aderito 12 ministri dell’ambiente, fra cui quello italiano Sergio Costa, 79 eurodeputati, 37 amministratori delegati, fra cui Francesco Starace di Enel, oltre a gruppi ambientalisti, sindacati e centri studi.

Adesso, si sono aggiunti oltre 50 firmatari del mondo della finanza, tra cui, oltre a quelli già citati, anche BBVA, Groupama Asset Management, Nordea Life & Pension e PensionDanmakr.

“Tutti questi attori, tra cui le due maggiori compagnie di assicurazione europee, tre delle maggiori banche spagnole e francesi e i fondi di investimento di 10 paesi europei, riconoscono l’importanza di allineare la ripresa economica dopo la crisi del coronavirus con la transizione ecologica, per salvare la nostra economia e trasformarla”, ha indicato l’alleanza in una dichiarazione.

“A differenza della crisi del 2008, gli investitori e le banche hanno ora un orizzonte per reinvestire nell’economia, in linea con la neutralità del carbonio entro il 2050: il Green Deal“, si legge nella nota.

I firmatari promettono di impegnarsi a sostenere i “piani di stimolo per la trasformazione” post-pandemica che pongono la lotta contro il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità al centro della politica economica europea.

“Oggi è tanto più importante lavorare con gli attori del settore finanziario, perché la transizione verso la neutralità climatica implica investimenti importanti”, ha detto Canfin in una nota. “Non possiamo limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi senza che le banche e i gestori patrimoniali allineino i loro portafogli a questo obiettivo”, ha aggiunto Canfin.

L’adesione del mondo della finanza europeo segue analoghe prese di posizione a livello internazionale.

L’Institutional Investor Group on Climate Change (IIGCC), una coalizione i cui membri gestiscono oltre 34 trilioni di dollari di attività, quasi la metà del capitale investito mondiale, a inizio settimana ha pubblicato una dichiarazione in cui si sollecitano i governi a garantire che la risposta economica alla pandemia sia coerente con l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e sostenga le azioni necessarie a raggiungere lo zero netto di emissioni.

Da parte sua, The Investor Agenda, un’altra iniziativa, sviluppata dalla comunità degli investitori globali per accelerare l’azione contro il cambiamento climatico, ha dichiarato in una nota che, “in una fase in cui i governi proseguono gli sforzi per la ripresa da questa recessione economica, non dovrebbero perdere di vista la crisi climatica“.

“In definitiva, nei loro piani di ripresa, i governi dovrebbero dare priorità alla sostenibilità e all’equità, e accelerare la transizione verso un’economia a emissioni zero per mitigare il rischio climatico, creare nuovi posti di lavoro e catalizzare l’impiego sostenibile del capitale privato,” ha indicato The Investor Agenda.

Gli investitori hanno anche lanciato un monito ai governi che troppo affrettatamente si sono adoperati per il salvataggio di aziende inquinanti.

“I piani di ripresa che aggravano il cambiamento climatico esporrebbero gli investitori e le economie nazionali ad un’escalation di rischi finanziari, sanitari e sociali nei prossimi anni”, hanno detto gli investitori.

“I governi dovrebbero evitare di dare la priorità a progetti rischiosi e ad alta intensità di emissioni a breve termine”, hanno aggiunto gli investitori: “La strada che sceglieremo nei prossimi mesi avrà conseguenze significative per la nostra economia globale e per le generazioni a venire”.

Nel frattempo, un nuovo sondaggio condotto dal premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz mostra che i funzionari dei ministeri delle finanze e delle banche centrali sono ampiamente favorevoli all’adozione di misure verdi nei prossimi piani di ripresa sulla scia della crisi del coronavirus.

Sulla base di questa indagine e degli insegnamenti tratti dalla crisi finanziaria del 2008, gli economisti hanno rilevato che i progetti verdi creano più posti di lavoro, offrono maggiori rendimenti a breve termine per ogni dollaro speso e portano ad un aumento dei risparmi sui costi a lungo termine, rispetto ai tradizionali stimoli fiscali.

Esempi di spesa UE positiva per il clima dopo la crisi finanziaria globale del 2007-2009 – si spiega – sono stati gli investimenti nell’espansione dell’alta velocità ferroviaria in Italia, i retrofit di efficienza energetica in Germania, nonché il Fondo per l’energia, il cambiamento climatico e le infrastrutture della Banca Europea degli Investimenti.

Nel frattempo, Jean-Laurent Bonnafé, Amministratore delegato di BNP Paribas, oltre che aderire alla European Alliance for a Green Recovery, si è messo anche alla guida di una coalizione di 92 imprenditori francesi che chiedono una ripresa verde dalla crisi.

In una lettera congiunta, la coalizione francese ha chiesto che gli sforzi di ripresa si concentrino su tre settori: retrofit energetico di abitazioni, edifici e uffici nei settori pubblico e privato; sviluppo della mobilità elettrica, infrastrutture per la mobilità e trasporti pubblici; ed espansione e stoccaggio delle energie elettriche e termiche rinnovabili.

“I benefici di questi investimenti verdi includono il miglioramento della qualità dell’aria, della salute della popolazione e della qualità della vita nelle città. Il successo dell’attuazione di questo piano di emergenza ci darà anche una maggiore legittimità come partecipanti attivi all’European Green Deal,” ha indicato una dichiarazione della coalizione francese.

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