Più rinnovabili che fossili per la prima volta in un inverno europeo

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I dati Ember su ottobre 2022-marzo 2023 mostrano un calo di carbone e gas, mentre è aumentata la produzione eolica e solare e la domanda elettrica complessiva è diminuita.

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Per la prima volta nei mesi invernali, le fonti rinnovabili hanno prodotto più energia dei combustibili fossili nei Paesi Ue.

Il revival del carbone non c’è stato e anche la generazione a gas è calata, con il calo più marcato in Italia in termini assoluti. Mentre la domanda europea di elettricità è diminuita grazie alle misure di risparmio energetico e alle temperature relativamente miti.

Queste, in sintesi, le dinamiche registrate dal think tank Ember per il mercato elettrico Ue tra ottobre 2022 e marzo 2023, nel pieno della crisi energetica con gli alti prezzi del gas.

Vediamo meglio com’è andata con l’aiuto di qualche grafico, tratto dal documento intitolato “Weathering the winter” (letteralmente: “Resistere all’inverno”).

Le rinnovabili, come detto, hanno superato le fonti fossili, coprendo il 40% della generazione elettrica nei sei mesi considerati, mentre carbone, gas e olio combustibile si sono fermati al 37% del totale.

Carbone e gas hanno perso, rispettivamente, 27 TWh (-11%) e 38 TWh (-13%) in confronto a ottobre 2021-marzo 2022.

Ciò è stato favorito dalla riduzione della domanda elettrica: 94 TWh in meno quest’inverno (-7%), nel paragone con quello precedente.

Tra l’altro, si osserva, le centrali a carbone riattivate per l’emergenza hanno prodotto con un fattore di capacità medio piuttosto basso, intorno al 27% considerando tutte le unità.

Anche il nucleare, soprattutto a causa dei numerosi problemi tecnici e delle manutenzioni ai reattori francesi, ha visto calare notevolmente il suo contributo, perdendo 47 TWh di produzione.

Intanto eolico e fotovoltaico hanno generato complessivamente 18 TWh in più, fornendo quasi un quarto dell’energia elettrica Ue nei mesi più freddi dell’anno.

Ember poi sottolinea che il calo maggiore, in termini assoluti, della generazione a gas, si è avuto in Italia, con oltre 15 TWh persi in confronto all’inverno 2021-2022.

Guardando, infine, ai risparmi energetici, si osserva che quasi tutti i Paesi Ue hanno diminuito i loro consumi elettrici invernali (-6% in media tra novembre e marzo, in confronto alla media dei 5 anni precedenti) anche se pochi hanno raggiunto il target volontario di riduzione del 10% indicato dalla Commissione europea (in Italia circa -4%).

Ciò ha permesso di risparmiare circa 12 miliardi di euro di costi energetici.

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