Altro che picco del petrolio: secondo la IEA (International Energy Agency), infatti, la domanda globale di oro nero rimarrà solida, anche se con una crescita leggermente inferiore rispetto agli anni passati, grazie soprattutto ai maggiori consumi nel settore petrolchimico e nell’aviazione, che finiranno per compensare la minore richiesta di benzina/gasolio per i veicoli, dovuta all’incremento di efficienza dei motori e alla progressiva elettrificazione.
Questa, in sintesi, è l’analisi contenuta nel rapporto Oil 2019 (documento di riepilogo allegato in basso) appena pubblicato dall’Agenzia internazionale dell’energia, che proprio non riesce a intravedere una riduzione complessiva dell’utilizzo di prodotti petroliferi a livello mondiale.
Si parla, anzi, del ruolo crescente per le risorse di shale oil negli Stati Uniti: petrolio “non convenzionale”, così definito perché richiede l’impiego di tecnologie di perforazione idraulica (fracking); in pratica, il combustibile è intrappolato negli scisti e così per recuperarlo dai giacimenti bisogna investire molto più denaro nelle attività estrattive.
Ecco perché il petrolio targato Usa diventa conveniente solo quando il prezzo del barile sale oltre una certa soglia. La IEA ritiene che stia per partire una “seconda ondata della rivoluzione dello shale americano”, tanto che il paese, con l’aggiunta di circa 4 milioni di barili giornalieri, arriverà a coprire il 70% dell’incremento della produzione petrolifera mondiale al 2024.
E l’export americano di oro nero sorpasserà quello della Russia, avvicinandosi molto ai numeri dell’Arabia Saudita, contribuendo così a variare la tradizionale geopolitica delle forniture di petrolio.
Il grafico sotto, tratto dalla presentazione online di Oil 2019, riassume le previsioni della IEA sullo shale oil statunitense.
Nel 2024 si stima una produzione di circa 9 milioni di barili giornalieri, che potrebbero diventare anche di più se il prezzo del barile salirà a 70-80 dollari al barile.
Intanto, nel complesso, la domanda globale di petrolio aumenterà in media di 1,2 milioni di barili quotidiani fino al 2024, come chiarisce il prossimo grafico.
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