Perché il Fondo nazionale per l’efficienza energetica è sottoutilizzato

In quattro anni sono stati erogati solo 2,8 milioni di euro a 14 progetti, su 310 milioni di risorse disponibili. La Corte dei Conti evidenzia che il Fondo è poco attraente e poco conosciuto.

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Il Fondo nazionale per l’efficienza energetica non sta lavorando come dovrebbe: i progetti finanziati sono pochi e la maggior parte delle risorse è inutilizzata.

In quattro anni di operatività (da quando sono partite le richieste “a sportello” per ottenere gli incentivi, a maggio 2019), sono stati erogati solamente 2,8 milioni di euro a 14 iniziative, a fronte di 310 milioni di risorse disponibili; i progetti presentati sono 73, di cui 26 ammessi ai finanziamenti.

Lo evidenzia la Corte dei Conti in una recente delibera (link in basso), in cui i magistrati del Collegio del controllo concomitante hanno analizzato come è stato gestito finora il fondo, istituito presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Il fondo, ricordiamo, promuove gli interventi di efficienza energetica di imprese, Esco e pubbliche amministrazioni, tra cui la riduzione dei consumi di energia nei processi industriali, la realizzazione di reti di teleriscaldamento, la riqualificazione degli edifici.

Le agevolazioni sono concesse sotto forma di finanziamento agevolato allo 0,25% (pari al 70% delle risorse totali del Fondo) o garanzie su singole operazioni di finanziamento. Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 310 milioni di euro, come detto.

Gli interventi agevolati hanno consentito un risparmio energetico di appena 11.000 tonnellate equivalenti di petrolio (Tep), “a fronte dei 15,5 milioni indicati al 2020 come uno degli obiettivi nazionali raggiungibili con il concorso di tutte le misure adottate nel settore”, sottolinea la Corte dei Conti.

Dalle analisi emerge che “la bassa performance registrata dal Fondo è strettamente legata alla sua scarsa attrattività” perché “molte aree geografiche (quasi tutto il centro-Italia) dimostrano poco interesse per la misura e, nei casi di Veneto, Puglia e Sardegna, l’interesse si mostra del tutto assente, vista l’assoluta mancanza di richieste avanzate da imprese e pubbliche amministrazioni per la concessione di garanzie”.

Pertanto, i giudici contabili raccomandano al Mase di prevedere “un adeguato programma di interventi che assicuri pubblicità al Fondo e sull’eventuale spostamento di tutte le risorse destinate alla concessione di garanzie verso i soli finanziamenti a tasso agevolato”.

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