La tempesta in atto nel mondo dell’energia, con i prezzi alle stelle, farà del 2022 un anno record per i bilanci delle aziende dell’Oil&Gas, con flussi di cassa che dovrebbero arrivare fino a 1.400 miliardi di dollari.
La previsione arriva da un report di Deloitte, che sottolinea come a livello globale l’upstream di gas e petrolio genererà fino a 1,5 trilioni di dollari in eccedenze di cassa da qui al 2030, con il 70% di questo surplus atteso già entro il 2024.
Soldi che potrebbero/dovrebbero essere investiti per quella transizione verso le rinnovabili che è urgente sia per il clima che per le stessa industrie delle fonti fossili.
Le vicende degli ultimi due anni nel settore oil & gas, compresi i cambiamenti nel comportamento dei consumatori e le sfide delle supply chain, combinate con anni di sottoinvestimenti, hanno contribuito a portare ai massimi storici sia i prezzi che i flussi di cassa, spiega lo studio.
Secondo gli analisti è probabile che il riadeguamento energetico in corso mantenga i prezzi elevati per un po’ di tempo, determinando flussi di cassa record e dando l’occasione al settore di trovare “un sano equilibrio tra sicurezza energetica, diversificazione e transizione”, si auspica.
Come detto, i flussi di cassa globali dell’upstream globale oil & gas secondo Deloitte nel 2022 raggiungeranno un record di 1,4 trilioni di dollari:
Tra le alte cose, ciò porterà in pari l’industria dello shale nordamericana: a fronte di soli 47 miliardi di dollari di flussi di cassa liberi nell’ultimo decennio (2010-2020), genererà fino a 600 miliardi tra il 2021 e il 2022, portando così a compensare la perdita decennale di 300 miliardi di questo comparto.
Dopo aver sospeso i reinvestimenti a causa dell’incertezza economica, oggi l’industria petrolifera e del gas sta mostrando un’eccezionale salute finanziaria. Anche dopo aver soddisfatto sia gli investimenti principali negli idrocarburi, sia le priorità degli azionisti, si prevede che a livello globale l’upstream oil & gas generi 1,5 trilioni di eccedenze di cassa tra il 2022 e il 2030, come si vede dal grafico qui sotto.
Insomma, questo comparto ha un’occasione unica per cambiare. Questi 1.500 miliardi $ di eccedenze potrebbero spostare la quota di investimenti verdi del settore dal suo attuale 5% al 30%, oppure potrebbero essere usati per rendere le imprese dell’oil & gas completamente esenti da debiti.
I tassi di rendimento interno relativamente bassi degli investimenti in tecnologie low carbon, avverte Deloitte, potrebbero ridurre l’IRR aziendale complessivo di una compagnia oil&gas dal 2,5% al 4,9%. Tuttavia, anche con tale investimento, il profilo di rendimento complessivo del settore potrebbe rimanere forte e vicino ai massimi precedenti.
Si tratta, insomma, di fare scelte. “Chi investe in nuovi modelli di business e rimane resiliente alle mutevoli dinamiche del mercato avrà maggiori probabilità di vincere durante questa transizione energetica”, avvertono gli analisti.
Con gli obiettivi di zero emissioni all’orizzonte è probabile che gli investimenti low carbon siano tra le priorità delle aziende Oil&Gas e che che il surplus di cassa previsto aumenti lo slanci in questo senso, consentendo a queste aziende di essere meno suscettibili a eventuali perdite di rendimento durante la transizione.
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