Il vento della disinformazione sul clima soffia forte negli Stati Uniti, più veloce dei 225 chilometri orari delle tempeste Helene e Milton, che hanno causato morte e devastazione in Florida.
I meteorologi che hanno monitorato l’avanzata dei due uragani sono stati presi di mira da una valanga di insulti, minacce di morte e teorie cospirative secondo le quali avrebbero controllato e indirizzato il percorso delle raffiche.
Per Deanne Criswell, direttrice della Federal Emergency Management Agency (Fema), ente che fa parte del Dipartimento della Sicurezza interna, il megafono di queste fake news è Donald Trump, che tenta di cavalcarle alla ricerca di consensi elettorali da spendere alle Presidenziali di novembre.
La portata della disinformazione sarebbe tale da ostacolare gli aiuti alle comunità colpite dalle tempeste. I repubblicani, guidati dall’ex presidente, hanno contribuito a diffondere nelle scorse settimane una narrazione secondo la quale Washington starebbe intenzionalmente negando gli aiuti alle persone nelle aree governate dal Grand Old Party.
Trump ha accusato la Fema di “spendere tutti i suoi soldi per aiutare gli immigrati che si trovano illegalmente negli Stati Uniti”, mentre le persone che hanno perso tutto nell’uragano riceveranno solo 750 $ in aiuti governativi.
La Fema è stata costretta a smentire. Sebbene l’ente gestisca anche un programma che aiuta i migranti, il budget per questa attività è completamente separato dai fondi per i soccorsi in caso di calamità. E 750 $ sono soltanto il pagamento iniziale di aiuti di emergenza che le persone colpite stanno già ricevendo per acquistare beni essenziali come cibo, vestiti e prodotti per neonati.
Successivamente, coloro le cui case siano state distrutte, potranno richiedere diverse migliaia di dollari di supporto. La Fema ha dettagliato queste informazioni su una pagina web del proprio sito creata appositamente per contrastare la disinformazione.
Gruppi estremisti di destra affermano anche che i democratici hanno in programma di radere al suolo le comunità danneggiate dalla tempesta e di sequestrare le terre ai residenti. E queste teorie trovano sponda in personalità particolarmente in vista del Partito repubblicano.
Una di queste è Marjorie Taylor Greene, ultra-trumpiana negazionista del cambiamento climatico che da parlamentare del Congresso ha negli anni equiparato il Partito democratico ai nazisti e le misure di sicurezza anti-Covid alla persecuzione degli ebrei durante l’Olocausto.
Sua anche la supposizione secondo la quale Washington avrebbe utilizzato la “teoria del controllo del meteo”, qualunque cosa questo voglia dire, per indirizzare le tempeste “verso gli elettori repubblicani” e indebolirli spianando la strada alla Casa Bianca a Kamala Harris.
“L’uragano Helene è stato un attacco causato dalla manipolazione meteorologica”, è il messaggio di un video condiviso invece da Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump.
Di contro c’è chi tenta di arginare questa narrazione. Katie Nickolaou, meteorologa del Michigan, ha affermato che lei e i suoi colleghi hanno dovuto sopportare il peso di queste cospirazioni, con messaggi anonimi nei quali si inneggiava all’assassinio degli scienziati e alla distruzione delle apparecchiature di monitoraggio.
“Ho dovuto sottolineare che un uragano ha l’energia di 10mila bombe nucleari e non possiamo sperare di controllarlo. Ma il discorso ha preso una piega violenta, soprattutto con persone che dicono che coloro che hanno creato Milton dovrebbero essere uccisi”, secondo la testimonianza di Nickolaou.
La verità è che l’unica manipolazione del clima che l’umanità è in grado di compiere è ridurre le emissioni di gas serra, che riscaldano gli oceani e l’atmosfera generando tempeste sempre più violente.
Se verrà eletto, Trump ha promesso di smantellare le politiche climatiche messe in piedi in questi anni da Biden, tra le quali l’Inflation Reduction Act (Ira), il più grande e ambizioso piano di investimenti green al mondo.
In quest’ottica un ritorno del tycoon alla Casa Bianca potrebbe portare a un aumento delle emissioni pari a 4 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente entro il 2030, rispetto ai piani attuali.
Delegittimare la scienza ed eliminare le politiche green non fermerà le tempeste. Per quello, però, Trump ha già un piano, studiato e fortunatamente mai messo in atto nel 2019, quando propose in un briefing con i funzionari del Dipartimento di Sicurezza di sganciare bombe atomiche nei luoghi in cui queste tempeste si formano, al largo delle coste americane. Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo.