Mercato delle pompe di calore, tutto è pronto per il decollo

Con la crisi energetica è già boom delle vendite di pompe di calore elettriche, soprattutto in Europa. Un nuovo report Iea stima che entro 8 anni consentiranno di tagliare circa 21 mld mc di consumi di metano nel vecchio continente. Scenari e criticità.

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Le vendite mondiali di pompe di calore sono destinate a raggiungere livelli record nei prossimi anni.

È quanto emerge da un nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea), secondo cui saranno però necessarie politiche abilitanti più attente per sfruttare il potenziale di questa tecnologia di efficientamento energetico del parco edilizio.

Il riscaldamento della maggior parte degli edifici di tutto il mondo si basa ancora sui combustibili fossili, in particolare sul metano, come si vede nell’illustrazione, con le ricadute negative che ciò comporta in termini di emissioni, efficienza e autonomia energetica per molti Paesi.

Le pompe di calore sono una soluzione iper-efficiente e rispettosa del clima, che aiuta i consumatori a risparmiare sulle bollette e che consente ai Paesi di ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, dice il rapporto della Iea, “The Future of Heat Pumps” (Il futuro delle pompe di calore) e visionabile dal link in fondo a questo articolo.

La crescita delle vendite

Il mercato delle pompe di calore ha registrato una forte crescita negli ultimi anni, grazie al calo dei costi e ai forti incentivi.

Le vendite mondiali di pompe di calore sono aumentate di quasi il 15% nel 2021, il doppio della media dell’ultimo decennio, guidate dall’Unione Europea dove l’incremento è stato di circa il 35%.

Nel 2022, le vendite sono destinate a raggiungere livelli record in risposta alla crisi energetica globale, soprattutto in Europa, dove alcuni Paesi hanno visto raddoppiare le vendite nella prima metà dell’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Le vendite annuali di pompe di calore nell’Ue potrebbero salire a 7 milioni entro il 2030, rispetto ai 2 milioni del 2021, come mostra il grafico, se i governi riusciranno a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di sicurezza energetica, dice la Iea.

Il riscaldamento degli edifici rappresenta oggi un terzo della domanda di gas dell’Ue.

Le pompe di calore potrebbero ridurre tale domanda di quasi 7 miliardi di metri cubi nel 2025, pari all’incirca al gas naturale fornito attraverso il gasdotto transadriatico, il TAP, nel 2021. Questo risparmio annuale di gas crescerebbe ad almeno 21 miliardi di metri cubi entro il 2030, se gli obiettivi climatici dell’Ue saranno raggiunti.

“Le pompe di calore sono una parte indispensabile di qualsiasi piano di riduzione delle emissioni e dell’uso di gas naturale e una priorità urgente nell’Unione europea”, ha dichiarato il direttore esecutivo della Iea Fatih Birol.

“La tecnologia è collaudata e testata, anche nei climi più freddi. I responsabili politici dovrebbero sostenere questa tecnologia, che in questo momento sta vivendo uno slancio senza precedenti. Le pompe di calore saranno fondamentali per garantire che tutti possano riscaldare le proprie case quest’inverno e il prossimo, per proteggere le famiglie e le imprese vulnerabili dai prezzi elevati e per raggiungere gli obiettivi climatici”, ha aggiunto.

Grazie alla loro maggiore efficienza, le pompe di calore costano in genere meno nel corso della loro vita rispetto alle caldaie alimentate a fonte fossile. Ai prezzi attuali dell’energia, il risparmio annuale sulla bolletta energetica per le famiglie che passano alle pompe di calore può variare da 300 dollari negli Stati Uniti a 900 dollari in Europa.

Sostegno politico necessario

È tuttavia necessario – sottolinea la Iea – un sostegno politico da parte dei governi per aiutare i consumatori a superare i costi iniziali più elevati rispetto alle alternative. I costi di acquisto e installazione di una pompa di calore possono infatti essere da due a quattro volte superiori a quelli di una caldaia a gas.

Gli incentivi finanziari sono già disponibili in oltre 30 Paesi, che insieme coprono oltre il 70% della domanda di riscaldamento mondiale. Molti forniscono anche un sostegno aggiuntivo alle famiglie a basso reddito, dove i risparmi energetici derivanti da una pompa di calore possono essere significativi, compresi tra il 2 e il 6% del reddito familiare.

In uno scenario in cui tutti i governi rispettano pienamente i loro impegni in materia di energia e clima, le pompe di calore diventano il modo principale per decarbonizzare il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua a livello mondiale, dice la Iea.

Un’altra stima afferma che le pompe di calore hanno il potenziale per ridurre le emissioni globali (CO2) di almeno 500 milioni di tonnellate nel 2030, pari alle emissioni annuali di CO2 di tutte le autovetture presenti oggi in Europa.

Produttori e sistema industriale

I principali produttori vedono segnali promettenti. Un maggiore slancio e sostegno politico potrebbero portare il settore a triplicare le vendite entro il 2030, e per questo stanno annunciando piani per investire più di 4 miliardi di dollari nell’espansione della produzione di pompe di calore e nelle attività correlate, soprattutto in Europa.

Le pompe di calore hanno anche la possibilità di fornire calore a bassa temperatura nei settori industriali, soprattutto in quello della carta, degli alimenti e dei prodotti chimici. Solo in Europa, 15 GW di pompe di calore potrebbero essere installati in 3.000 impianti di questi tre settori, duramente colpiti dai recenti aumenti dei prezzi del gas naturale.

Consumi elettrici, manodopera e investimenti

La rapida espansione delle pompe di calore presenta alcune sfide, dice la Iea, ma il rapporto evidenzia una serie di soluzioni a questi ostacoli.

La loro diffusione aumenterà inevitabilmente la domanda di elettricità, anche se misure di efficienza energetica potranno ridurre notevolmente l’impatto sulla rete, insieme a una sua migliore pianificazione.

Inoltre, la fornitura e l’installazione di pompe di calore a livello globale potrebbe richiedere oltre 1,3 milioni di lavoratori entro il 2030, quasi il triplo di quelli attuali, con il rischio di avere una forte carenza di manodopera qualificata, soprattutto per gli installatori.

Programmi di formazione speciali e l’inclusione delle pompe di calore nelle certificazioni per idraulici ed elettrotecnici potrebbero contribuire a evitare questo rischio.

L’investimento iniziale globale aggiuntivo in pompe di calore necessario per raggiungere gli impegni climatici annunciati raggiunge i 160 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. Tuttavia, questi costi saranno compensati dal risparmio economico sul combustibile fossile, soprattutto se i prezzi dell’energia rimarranno vicini ai livelli attuali.

“Tutti i tasselli sono al loro posto per il decollo del mercato delle pompe di calore, che ricorda la traiettoria che abbiamo visto in altre tecnologie chiave per il clima, come il solare fotovoltaico e i veicoli elettrici”, ha dichiarato Birol.

“Le pompe di calore rispondono a molte delle preoccupazioni più pressanti dei politici in materia di accessibilità energetica, sicurezza dell’approvvigionamento e crisi climatica. Le misure politiche sono già in atto, ma devono essere rafforzate con urgenza per consentire alle pompe di calore di realizzare il loro significativo potenziale economico e ambientale”, ha concluso.

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