Dalla manovra 2023 più di 21 miliardi di euro contro il caro energia

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Le misure più importanti decise in Consiglio dei ministri con il ddl bilancio. Da dicembre scenderà anche lo sconto sulle accise dei carburanti.

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Valgono più di 21 miliardi di euro le risorse stanziate dal governo contro il caro energia con la manovra finanziaria, che nel complesso ammonta a circa 35 miliardi di euro per il 2023.

Nella notte di oggi, martedì 22 novembre, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge con il bilancio 2023 e quello pluriennale 2023-2025, oltre a un aggiornamento del Documento programmatico di bilancio (DPB).

In particolare, in tema di energia, per i primi tre mesi del 2023 si prevede di aumentare gli aiuti a famiglie e imprese, allargando la platea di chi potrà beneficiare delle misure di sostegno.

Di seguito i principali interventi illustrati da Palazzo Chigi:

  • rifinanziato fino al 30 marzo 2023 il credito di imposta per gli acquisti di energia elettrica e gas da parte delle imprese: il credito salirà dal 30% al 35% per bar, ristoranti ed esercizi commerciali e dal 40% al 45% per le aziende con elevati consumi di elettricità e gas;
  • eliminazione degli oneri impropri delle bollette;
  • confermato e rafforzato il bonus sociale per le bollette con innalzamento della soglia Isee da 12mila a 15mila euro;

Nella medesima seduta del Cdm è stato poi approvato il decreto con misure urgenti in materia di accise e Iva sui carburanti. In particolare, il provvedimento riduce – a partire dal primo dicembre – lo sconto sulle accise di benzina, diesel e Gpl che era in vigore dallo scorso 22 marzo.

In sostanza, il vantaggio fiscale odierno, pari a 25 centesimi/litro per benzina e gasolio (che comprensivi di Iva diventano 30,5 centesimi al distributore), scenderà a 15 centesimi (18,3 al distributore), quindi 12 centesimi in meno rispetto a oggi.

Nella manovra è inserita anche la norma che aumenta dal 25% al 35% la tassazione sugli extra profitti delle società energetiche, fino al 31 luglio 2023 in linea con il regolamento Ue, cambiando anche la base imponibile, che verrà calcolata non più sul fatturato ma sugli utili.

E nella Finanziaria dovrebbe anche entrare il price cap di 180 euro/MWh ai ricavi ottenuti dai produttori di energia con impianti infra-marginali, come le fonti rinnovabili, in attuazione del regolamento Ue 2022/1854.

Il ministro della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, proprio ieri, lunedì 21 novembre, aveva annunciato che avrebbe portato questa proposta in Cdm.

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