Lo sviluppo dell’idrogeno liquido rinnovabile: dallo spazio ai trasporti terrestri

Engie e ArianeGroup insieme testeranno una tecnologia di liquefazione ottimizzata con lo sviluppo di un liquefattore di idrogeno presso lo stabilimento francese dell'azienda che si occupa di sistemi di propulsione.

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L’idrogeno liquido rinnovabile è un’alternativa a zero emissioni ai combustibili fossili e una risposta ai requisiti specifici di stoccaggio e resistenza di settori come il trasporto marittimo, ferroviario e aereo.

La società energetica Engie e ArianeGroup, da 40 anni nei sistemi di propulsione a base di idrogeno liquido, in un comunicato congiunto, fanno sapere che insieme svilupperanno e testeranno una tecnologia di liquefazione ottimizzata con lo sviluppo di un liquefattore di idrogeno presso lo stabilimento industriale di ArianeGroup a Vernon, in Francia.

Inoltre, svilupperanno una gamma di prodotti e servizi sulla linea dell’idrogeno liquido, principalmente per applicazioni marittime e per vie navigabili interne.

ArianeGroup, che impiega più di mille dipendenti in Francia e Germania che lavorano quotidianamente sulle tecnologie dell’idrogeno. Gestisce anche il più grande centro di test sull’idrogeno d’Europa presso il suo stabilimento di Vernon.

Come molti sanno ArianeGroup sviluppa e fornisce soluzioni innovative e competitive per lanciatori spaziali civili e militari, con esperienza in tutti gli aspetti delle più moderne tecnologie di propulsione. E’ l’appaltatore principale dei lanciatori Ariane 5 e Ariane 6 in Europa, responsabile sia del design che dell’intera catena di produzione, fino al marketing della sua controllata Arianespace, nonché dei missili della forza di deterrenza oceanica francese. Il gruppo è una joint venture paritetica tra Airbus e Safran e impiega circa 9.000 dipendenti altamente qualificati in Francia e Germania.

André-Hubert Roussel, CEO di ArianeGroup, spiega: “Grazie ai lanciatori Ariane, ArianeGroup è una delle poche aziende al mondo ad avere una solida esperienza in sistemi e soluzioni basati sull’idrogeno liquido. Siamo onorati di essere stati scelti da Engie per raccogliere questa sfida con loro. In un momento in cui l’idrogeno gioca un ruolo chiave nei piani di ripresa di Francia e Germania e per il Green Deal europeo, non vediamo l’ora di lavorare su progetti concreti con i nostri partner industriali, le autorità locali e stakeholder istituzionali. Le innovazioni in corso nel settore dei lanciatori, come il motore di lancio a bassissimo costo Prometheus, aumenteranno ulteriormente la capacità di ArianeGroup di rendere le tecnologie e le soluzioni per l’idrogeno al 100% europee accessibili a tutti “.

C’è anche un’italiana alla guida della ArianeGroup, Morena Bernardini, Direttrice della Strategia di ArianeGroup, laureatasi alla Sapienza in Ingegneria Aerospaziale. “Uno dei limiti alla diffusione della propulsione a idrogeno – ha spiegato – è proprio dato dalle difficoltà di trasporto e stoccaggio del gas allo stato liquido e su questo punto l’esperienza logistica di ArianeGroup può fare la differenza. Un po’ come accade dalla Formula Uno alle auto che guidiamo tutti i giorni, qui il trasferimento tecnologico è da un settore ad altissime prestazioni come quello dei lanciatori ad applicazioni su larga scala a beneficio di un approccio ai trasporti più sostenibile ed ecologico.”

Morena Bernardini è inoltre entrata da poco a far parte del CdA di Arianespace in qualità di rappresentante permanente di ArianeGroup.

Engie, dal canto suo, sta spingendo sui gas liquefatti anche con un ambizioso programma di ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni tecnologiche per ottenere un uso sostenibile dell’idrogeno liquido e fornire soluzioni innovative e integrate ai clienti nel settore dei trasporti pesanti e su lunghe distanze.

Sempre in Francia, e sempre Engie, stavolta con Air Liquide, vuole costruire impianti solari in grado di alimentare 450.000 persone e anche di produrre idrogeno. Considerando che le industrie francesi utilizzano annualmente 1 milione di tonnellate di idrogeno, il governo vorrebbe che tra il 20 e il 40% fosse generato dalle rinnovabili entro il 2028 (Scenari di boom dell’idrogeno. Ma sarà verde?).

Insomma, il paese transalpino vuole destinare notevoli risorse del Recovery fund all’idrogeno. Ma anche la Germania ha deciso di allocarvi quasi un quinto delle risorse di stimolo dell’economia: 7 miliardi di euro supporteranno la propria industria dell’idrogeno e la realizzazione di 5.000 MW di impianti di elettrolisi entro il 2030.

Vedremo cosa accadrà in Italia, dove intanto è stato avviato un Tavolo sull’idrogeno, cui hanno aderito oltre 40 operatori, tra enti di ricerca e imprese per definire le priorità nel settore e ci sono aziende in grado di produrre elettrolizzatori. Ambigua è la poszione di Eni che sembra voglia puntare sopratttutto sul reforming del metano con cattura della CO2.

Tornando ad Engie e all’idrogeno rinnovabile per il trasporto, il Gruppo sta lavorando anche con il leader mondiale del settore minerario Anglo American per sviluppare il primo camion da miniera alimentato a idrogeno. Ricordiamo anche che Engie è stata anche la prima azienda ad alimentare il treno passeggeri regionale di ALSTOM con idrogeno rinnovabile durante i test nei Paesi Bassi.

Secondo Claire Waysand, CEO ad interim di Engie, “l’idrogeno rinnovabile è una componente vitale del mix energetico ed è uno degli strumenti industriali chiave che ci aiuteranno a realizzare la transizione verso la neutralità del carbonio”.

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