L’Europa rincorre l’efficienza energetica, ma è sempre in ritardo

A rischio gli obiettivi al 2020 e anche quelli futuri al 2030. La relazione annuale della Commissione Ue.

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L’Europa si mantiene in ritardo sugli obiettivi per l’efficienza energetica al 2020, soprattutto nel campo dei trasporti, tanto da mettere a rischio anche il futuro delle politiche Ue sul clima.

Difatti, afferma la Commissione europea nella relazione annuale 2020 al Parlamento e al Consiglio (con dati che arrivano al 2018, allegata in basso), è molto probabile che (neretti nostri) “i contributi nazionali indicativi di efficienza energetica per il 2030 – descritti nei Piani nazionali per l’energia e il clima presentati alla Commissione entro la fine del 2019 in base al regolamento sulla governance – saranno complessivamente poco ambiziosi per realizzare gli obiettivi di efficienza energetica stabiliti dall’UE per il 2030”.

Vediamo allora i dati più importanti dalla relazione.

Nel 2018, si legge nel documento, il consumo di energia primaria è diminuito dello 0,7% rispetto all’anno precedente mentre il consumo di energia finale è lievemente salito (+0,1%).

Il problema, spiega Bruxelles, è che la crescita delle attività economiche nei diversi settori – ricordiamo che l’analisi si ferma prima della crisi innescata dall’emergenza coronavirus – ha continuato a spingere verso l’alto i consumi energetici mentre le nuove politiche/misure attuate dagli Stati membri nel 2018 non sono riuscite a compensare questa crescita.

La riduzione del consumo di energia primaria nel 2018, chiarisce la relazione, potrebbe essere interpretata come uno sviluppo positivo, ma se proseguirà a questo ritmo, “sarà insufficiente per conseguire l’obiettivo fissato per il 2020 in condizioni economiche normali” e, inoltre, tale riduzione è rimasta sotto alla traiettoria annua lineare, richiesta per centrare il target del 2020 (1% l’anno di riduzione).

Così è importante “intensificare gli sforzi rapidamente”, perché l’eventuale divario restante nel raggiungimento dei traguardi al 2020 o una ripresa della domanda di energia dopo la crisi da Covid-19, potrebbero rendere ancora più difficile conseguire gli obiettivi di efficienza per il 2030.

Più in dettaglio, scrive la Commissione Ue, il consumo di energia finale è calato del 5,8% dal 2005 al 2018 portandosi a 1.124 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), valore che però è del 3,5% superiore al valore-obiettivo per il 2020, pari a 1.086 Mtep.

Nel 2018 l’aumento dei consumi energetici, evidenzia la relazione, è stato registrato principalmente nei trasporti (+1,3% su base annua rispetto al 2017) e nell’industria (+0,6%). Di converso, si è vista una riduzione nel settore residenziale (-1,6%) e nel settore dei servizi (-1,4%).

Invece il consumo di energia primaria è diminuito di quasi il 10% nel periodo 2005-2018, passando da 1.721 Mtep a 1.552 Mtep; un valore, quest’ultimo, che però supera del 4,6% il valore-obiettivo stabilito per il 2020, pari a 1.483 Mtep.

Vale la pena ricordare che il decreto legislativo 73/2020 ha appena accolto nel nostro ordinamento la direttiva Ue 2018/2002 con importanti novità in tema proprio di efficienza energetica; si veda questo articolo per un approfondimento.

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