LCF Alliance, dal 2017 acquisiti in Italia oltre 140 MW nel mercato fotovoltaico secondario

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L'azienda si occupa di acquisizione, standardizzazione e ottimizzazione di impianti fotovoltaici industriali, ma vuole proporsi anche come Independent Power Producer, proponendo al mercato retail contratti PPA.

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Con oltre 140 MW di impianti acquisiti in più di 50 transazioni, oggi LCF Alliance è un brand consolidato nel mercato secondario del fotovoltaico in Italia.

Nata da un’idea di un gruppo di investitori nel 2017, l’azienda è cresciuta in pochi anni fino a contare 40 professionisti qualificati guidati da Frank Bechmann.

Tutte le acquisizioni portate a termine sono passate attraverso un’attenta valutazione sempre condivisa con i proprietari; un confronto che ha permesso nel 99% dei casi di confermare il Prezzo Iniziale di NBO (Non binding offer), al closing.

La strategia di investimento di LCF passa per l’aggregazione, l’acquisizione, la standardizzazione e l’ottimizzazione di impianti fotovoltaici industriali di piccola taglia sul territorio italiano.

Le acquisizioni sono organizzate con un processo factory-style che gestisce in parallelo fino a 25-40 asset contemporaneamente, con l’obiettivo di acquisire in tre tranche 100 MW ogni anno.

Questo approccio ha agevolato l’azienda nella negoziazione del prolungamento del diritto di superficie sul terreno per gli anni successivi alla fine della tariffa incentivante. Un approccio che differenzia LCF da gran parte del mercato.

LCF infatti prospetta ai proprietari scenari di lungo termine, presentando tutte le opzioni e i benefici derivanti dalla cessione del loro impianto, proprio nel momento in cui la fine della tariffa incentivante si avvicina e il valore economico degli impianti scende in modo più che proporzionale rispetto al tempo.

C’è anche una versione “3.0” dell’attività di LCF: è di cambiare il modo di pensare il mercato secondario del fotovoltaico, ampliando gli orizzonti temporali dell’investimento.

Un esempio è che LCF possa investire risorse proprie e cambiare il proprio ruolo in Independent power producer (IPP), proponendo al mercato retail contratti PPA (power purchase agreement) a condizioni difficili da immaginare fino a poco tempo fa, cioè energia gratuita in regime SEU.

Infine, il modello di sviluppo Greenfield parte proprio dall’acquisizione di impianti FV sul mercato secondario, trasformando un “semplice” impianto incentivato in un vero e proprio impianto di produzione di elettricità green.

L’approccio non è curare la semplice manutenzione degli impianti, ma offrire una visione integrata di lungo termine, in cui l’asset è una risorsa industriale, dove l’unico limite è nella visione di chi la gestisce, con nuove opportunità di sviluppo, come oggi sono le CER e l’autoconsumo diffuso.

Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, LCF ha recentemente costituito una Joint Venture con uno dei maggiori investitori finanziari nel settore dell’energia pulita, che sta sostenendo le acquisizioni con un investimento importante per i prossimi anni, compresa l’espansione in altre aree geografiche.

Qui l’obiettivo è crescere velocemente e avviare collaborazioni con proprietari di impianti e di terreni adiacenti a impianti esistenti anche di altri operatori, coinvolgendo nuovi operatori come società O&M, Progettisti, Piccoli Manutentori e Scout. Insomma, una squadra che vuole crescere e migliorare, con LCF in grado di offrire incentivi interessanti.

I proprietari ci chiedono spesso quando è il momento giusto per vendere. La nostra risposta è: oggi”, ha detto il CEO di LCF Frank Bechmann.

“Oggi – spiega Bechmann – è il momento di effettuare interventi di revamping sugli asset per rivitalizzarne la loro performance e di beneficiare dei ricavi aggiuntivi derivanti dagli anni di incentivazione rimanenti, che permettono di ripagare l’investimento fatto”

“I proprietari di impianti fotovoltaici in funzione – aggiunge – si trovano di fronte a una scelta: 1) vendere l’impianto ora e beneficiare di parte del valore aggiuntivo generato dal revamping che LCF è in grado di effettuare sui loro asset; 2) investire ulteriormente nell’asset per evitare un forte degrado produttivo ed essere pronti a gestire l’impianto anche dopo la fine degli incentivi, una strategia impegnativa e rischiosa per gli operatori di piccoli impianti. Per noi la risposta è ovvia, perché è una soluzione win-win.”

Per informazioni: [email protected]
Per collaborazioni: [email protected]

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