La scommessa Ue: trenta milioni di auto elettriche in Europa nel 2030

Pubblicata la strategia di Bruxelles per la mobilità sostenibile. Obiettivo irragiungibile per i costruttori. C'è anche la proposta di regolamento per batterie a basso impatto ambientale.

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Far circolare in Europa almeno 30 milioni di auto elettriche nel 2030 è uno dei traguardi inseriti dalla Commissione Ue nella nuova strategia europea per la mobilità sostenibile (link in basso).

Più in generale si punta a quasi azzerare le emissioni di CO2 dei trasporti a metà secolo, in linea con l’obiettivo di neutralità climatica fissato dal Green Deal.

Un obiettivo, quello dei 30 milioni di auto “alla spina” tra dieci anni, che l’associazione europea dei costruttori auto (Acea: European Automobile Manufacturers Association) considera “molto lontano dalla realtà” e quindi sostanzialmente irraggiungibile.

Come spiega la lobby automobilistica in una nota, su 243 milioni di vetture in circolazione in Europa nel 2019, meno di 615.000 erano a zero emissioni, vale a dire, lo 0,25% dell’intero parco auto circolante. Trenta milioni di auto elettriche significa circa il 12-14% sul totale. Non poco.

Tra gli ostacoli alla diffusione delle vetture elettriche, l’associazione cita soprattutto il ritardo degli investimenti in punti di ricarica aperti al pubblico sulle strade e autostrade sul territorio europeo.

Tornando alla strategia Ue sulla mobilità sostenibile, si parla di altre tappe fondamentali per il 2030-2035 tra cui il raddoppio del traffico ferroviario ad alta velocità; navi e aerei a zero emissioni pronti per il mercato; diffusione su larga scala della mobilità automatizzata; installazione di tre milioni di punti per la ricarica pubblica dei veicoli elettrici.

Poi nel 2050, secondo Bruxelles, quasi tutti i nuovi veicoli – auto, furgoni, bus, camion – saranno a zero emissioni di CO2.

La Commissione europea ha anche pubblicato una proposta di regolamento per le batterie “verdi”.

Le pile e batterie immesse sul mercato Ue, spiega una nota di Bruxelles (neretti nostri), “devono diventare sostenibili, altamente efficienti e sicure lungo tutto il loro ciclo di vita, vale a dire prodotte con il minor impatto ambientale possibile, utilizzando materiali ottenuti nel pieno rispetto dei diritti umani e delle norme sociali ed ecologiche”.

Inoltre, “devono durare a lungo, offrire sicurezza e, una volta inservibili, poter essere destinate a una seconda vita, rigenerate o riciclate, reimmettendo materiali di valore nell’economia”.

Pertanto la Commissione Ue propone requisiti obbligatori per tutte le pile e batterie (portatili, industriali, per autoveicoli e veicoli elettrici).

In particolare, per aumentare in misura significativa la raccolta e il riciclaggio delle pile portatili, l’attuale tasso di raccolta del 45% dovrebbe salire al 65% nel 2025 e al 70% nel 2030, mentre le batterie di altro tipo (industriali, per autoveicoli o veicoli elettrici) devono essere raccolte al 100% ed essere riciclate ottenendo livelli elevati di recupero, soprattutto per quanto riguarda materiali preziosi come cobalto, litio, nichel.

Ricordiamo che a fine novembre, il vicepresidente della Commissione europea, Maros Sefcovic, ha affermato che grazie alla Battery Alliance, e ai previsti investimenti multimiliardari in super-fabbriche di celle/accumulatori al litio, l’Europa nel 2025 sarà autosufficiente per la produzione di batterie da impiegare sulle auto elettriche.

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