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La Brexit blocca la decarbonizzazione del Regno Unito

Secondo una ricerca, cresce il numero di aziende britanniche che rimanda progetti di efficientamento energetico per i timori legati alla Brexit

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La Brexit sta bloccando centinaia di progetti innovativi che potrebbero aiutare la Gran Bretagna a raggiungere i suoi obiettivi di decarbonizzazione. È la conclusione cui è giunto un rilevamento su 400 grandi imprese, 120 piccole e medi imprese (PMI) e duemila consumatori del Regno Unito.

Secondo il rapporto, commissionato dalla società di tecnologia energetica Schneider Electric, quasi un terzo delle aziende, il 31% per la precisione, ha affermato di aver ritardato dei progetti di efficientamento energetico negli ultimi 12 mesi, e più di uno su dieci, il 13%, ha tagliato i budget per dei progetti chiave a causa dell’incertezza determinata dalla Brexit.

“Ci vorranno centinaia di miliardi di sterline per decarbonizzare la Gran Bretagna e raggiungere l’obiettivo del governo di zero-emissioni entro il 2050,” ha detto Mike Hughes, presidente di Schneider Electric per il Regno Unito e l’Irlanda. “Ed è chiaro che il governo sta guardando alle imprese per sostenere una parte significativa dell’investimento necessario, poiché accanto ai costi ci sono anche opportunità” di business.

I timori legati alla Brexit sembrano però frenare il ruolo delle imprese. Lo studio ha rivelato che sebbene la sostenibilità ambientale sia una questione al centro dell’attenzione dei top manager, le aziende che scelgono di rimandare i propri progetti energetici è aumentato del 25% negli ultimi due anni.

Secondo Hughes, “nessuna impresa rischierà di impegnare milioni di sterline in progetti, in particolare quelli che coinvolgono nuove tecnologie, senza un contesto stabile in cui investire”.

L’84% delle imprese prevede un peggioramento delle prospettive economiche, in aumento rispetto al 71% del 2017. Sebbene le imprese considerino la sostenibilità e l’efficienza energetica come necessità di lungo termine, le aziende secondo cui l’attuazione di pratiche sostenibili avrà un impatto negativo sugli utili è balzata al 74% dal 54% del 2017.

Secondo Schneider Electric, circa l’85% degli imprenditori ha dichiarato di sentirsi “combattuto tra fare ciò che è giusto per la collettività e fare ciò che è giusto per la performance della propria azienda – sebbene in realtà le due cose non debbano escludersi a vicenda.” Lo studio ha rilevato che, mediamente, un progetto per l’efficienza energetica si ripaga da solo in tre anni e che una riduzione del 30% del consumo di energia equivale in genere a una riduzione del 10% dei costi operativi.

L’81% delle aziende britanniche interpellate ha indicato che l’accesso a sovvenzioni o finanziamenti pubblici contribuirebbe a promuovere progetti di sostenibilità ed efficienza energetica.

Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del governo e la mitigazione dei cambiamenti climatici rientrano fra i primi cinque fattori di spinta verso l’adozione di misure di efficienza energetica, anche se, per le grandi imprese, a determinare l’adozione di iniziative di sostenibilità sono soprattutto la stabilità finanziaria di lungo termine e i miglioramenti reputazionali del marchio.

Secondo lo studio, è sei volte più probabile che le PMI decidano di ridurre il proprio impatto sull’ambiente se a richiederlo è una norma di legge. Ciò significa che potrebbe essere necessario adottare una linea più dura da parte del governo, se vorrà attuare cambiamenti su larga scala.

Per i consumatori, l’aumento delle bollette fornisce la spinta maggiore a ridurre i consumi, con gli incentivi finanziari da parte del governo al secondo posto quanto a motivazioni per il cambiamento.

Ridurre l’impatto delle emissioni di carbonio per le generazioni future è diventata una considerazione chiave per il 34% dei britannici, rispetto al 25% di appena 12 mesi fa. Questa percentuale sembra ancora relativamente bassa, considerato il sostegno pubblico per accelerare la mitigazione dei cambiamenti climatici, come dimostrano ad esempio gli scioperi degli studenti per il clima.

“Sono necessarie una serie di misure per la transizione del Regno Unito verso un’economia a zero emissioni di carbonio. Un ambiente economico e politico stabile è vitale, ma anche l’educazione deve essere una priorità,” ha dichiarato Hughes. “Sebbene l’obiettivo a lungo termine sia garantire un futuro sostenibile per le generazioni future, dobbiamo adottare misure immediate per eliminare gli sprechi e favorire l’efficienza energetica nelle imprese, nelle infrastrutture e nelle abitazioni. Abbiamo i mezzi, ora abbiamo bisogno della volontà.”

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