Il parlamento Ue spinge per tagliare le emissioni del 60% al 2030

E chiede di far valere l'obiettivo della neutralità climatica al 2050 per tutti i singoli Stati membri.

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Ridurre le emissioni del 60% al 2030 e raggiungere la “neutralità climatica” al 2050 in tutti i singoli Stati membri (quindi non solo come obiettivo generale per l’Unione europea).

Sono queste le principali richieste formulate dalla commissione per l’ambiente (ENVI) dell’Europarlamento, nell’adottare il suo rapporto sulla legge europea per il clima con 46 voti favorevoli, 18 contrari e 17 astensioni.

La richiesta di innalzare l’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030, arriva alla vigilia del primo discorso sullo Stato dell’Unione che il nuovo presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, terrà mercoledì (16 settembre) davanti al Parlamento.

Bruxelles aveva proposto di tagliare le emissioni di CO2 del 50-55% nel 2030 in confronto ai livelli del 1990, e Ursula von der Leyen dovrebbe schierarsi per il traguardo del 55% nel discorso – secondo le ultime indiscrezioni pubblicate dall’agenzia EurActiv – puntando anche verso un maggiore utilizzo di fonti rinnovabili nel mix energetico (38-40% nel 2030 mentre l’obiettivo attuale è fermo al 32%).

Ma la commissione ENVI vorrebbe di più: diminuire le emissioni di anidride carbonica del 60% entro dieci anni, sempre in confronto ai livelli del 1990.

Un’altra importante richiesta, si legge in una nota della commissione ENVI, è eliminare tutti i sussidi, diretti e indiretti, ai combustibili fossili entro il 2025.

E poi si chiede a Bruxelles di proporre, entro maggio del 2023, un documento che indichi la “traiettoria” per conseguire la neutralità carbonica nel 2050 includendo un traguardo intermedio per il 2040.

Gli eurodeputati della commissione per l’ambiente hanno proposto che l’obiettivo del 2050 valga non solo per l’Unione europea nel suo complesso, ma anche per i singoli Stati membri; in sostanza, ogni paese individualmente dovrà diventare “carbon neutral” entro il 2050.

La commissione Ue, secondo le osservazioni della ENVI, dovrà pubblicare un rapporto ogni due anni per monitorare i progressi compiuti dall’Unione europea e dai singoli paesi verso il raggiungimento dei traguardi climatici. Infine, gli eurodeputati vorrebbero che l’Unione europea diventasse “climate negative” dopo il 2050. Che cosa significa?

In pratica, riassumendo: entro il 2050 ogni paese dovrà essere neutrale in termini di emissioni inquinanti, cioè azzerare le sue emissioni di CO2 (quelle residue, non azzerabili, andranno compensate in qualche modo, ad esempio con sistemi per catturare/assorbire la CO2).

E dopo il 2050 ogni paese dovrà rimuovere dall’atmosfera – sempre con sistemi per catturare/assorbire la CO2 – più anidride carbonica di quella complessivamente emessa e già compensata per conseguire il primo step della neutralità carbonica (si parla, infatti, di emissioni negative).

Il parlamento voterà sulle proposte della commissione ENVI nella sessione plenaria del 5-8 ottobre.

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