Secondo un nuovo report dell’Agenzia internazionale per l’energia, l’obiettivo sulle rinnovabili fissato a Dubai è “ambizioso ma realizzabile”, a patto che gli Stati traducano le politiche nazionali in impegni internazionali e agiscano su permitting, reti e finanziamenti.
Le rinnovabili sono il motore per raggiungere gli obiettivi globali sul clima, ma ad oggi pochissimi Paesi hanno definito esplicitamente target 2030 in materia nei loro attuali Contributi Nazionali Determinati, o NDC (Nationally Determined Contributions), cioè negli impegni presi ai sensi dell’Accordo di Parigi del 2015.
Per triplicare la potenza da rinnovabili entro il 2030, come stabilito alla COP28 di Dubai, è però essenziale che lo facciano.
Questi i messaggi che arrivano dal documento della Iea pubblicato oggi, “COP28 Tripling Renewable Capacity Pledge: Tracking countries’ ambitions and identifying policies to bridge the gap” (link in basso).
Poche rinnovabili nei NDC
Attualmente, vi si legge, stando ai soli NDC, avremmo a fine decennio 1.300 GW di Fer, cioè appena il 12% di quanto necessario per raggiungere l’obiettivo fissato a Dubai. E questo considerando che da sola la Cina pesa per oltre il 90% di tutta la capacità rinnovabile menzionata nei contributi nazionali (con un impegno ad arrivare a 1.200 GW di fotovoltaico ed eolico al 2030).
Se però i 150 Paesi monitorati dall’Agenzia attuassero i loro programmi nazionali non inclusi nei NDC, al 2030 arriveremmo a quasi 8.000 GW di capacità rinnovabile installata a livello globale, cioè al 70% del target di triplicare la potenza Fer e arrivare dunque a 11.000 GW a fine decennio.
C’è dunque un ampio margine di manovra per i Paesi per allineare i loro NDC alle attuali ambizioni nazionali, sottolinea il report.
Obiettivo a portata di mano
“Questo rapporto chiarisce che l’obiettivo di triplicare la potenza da rinnovabili entro il 2030 è ambizioso ma realizzabile, ma solo se i governi trasformeranno rapidamente le promesse in piani d’azione”, ha dichiarato il direttore esecutivo della Iea, Fatih Birol.
Il nuovo report Iea mostra come la potenza rinnovabile aggiunta ogni anno nel mondo è triplicata da quando è stato firmato l’Accordo di Parigi. Questo grazie soprattutto al sostegno delle politiche, alle economie di scala e ai progressi tecnologici, che hanno fatto scendere i costi del solare fotovoltaico e dell’eolico di oltre il 40% nello stesso periodo, rendendoli ampiamente competitivi rispetto ai combustibili fossili.
Le aggiunte di potenza da Fer a livello globale hanno raggiunto quasi 560 GW nel 2023, con un aumento senza precedenti del 64% su base annua rispetto al 2022, a cui la Cina ha contribuito di gran lunga in misura maggiore.
Gli ostacoli
Allo stesso tempo, avverte l’Agenzia, permangono sfide fondamentali, come i lunghi tempi di attesa per le autorizzazioni dei progetti, gli investimenti inadeguati nelle infrastrutture di rete, la necessità di integrare in modo rapido ed efficiente nel mercato le fonti rinnovabili variabili e gli elevati costi di finanziamento, soprattutto nelle economie emergenti e in via di sviluppo.
Il rapporto propone azioni mirate che i Paesi possono intraprendere per affrontare questi ostacoli. Ad esempio, per quanto riguarda la riduzione dei costi di finanziamento per migliorare la bancabilità dei progetti rinnovabili, suggerisce approcci quali il miglioramento della visibilità delle politiche a lungo termine, il sostegno ai progetti nella fase di pre-sviluppo e la riduzione dei rischi legati ai prezzi, all’inflazione e ai tassi di cambio.
Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:
Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO