Gas, la Iea rivede al ribasso le previsioni sulla domanda

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Soprattutto per la guerra in Ucraina, nel 2022 i consumi di gas mondiali diminuiranno. In Europa previsto un calo del 6%, mentre i prezzi del Gnl sono già il quintuplo della media quinquennale.

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La domanda mondiale di gas naturale, fino a gennaio prevista in aumento, è destinata a diminuire leggermente nel 2022 a causa dell’aumento dei prezzi e delle interruzioni del mercato causate dall’invasione russa dell’Ucraina.

Così il nuovo aggiornamento trimestrale dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) rivede al ribasso le sue previsioni, che fino a gennaio stimavano una crescita dell’1% dei consumi per l’anno in corso, dopo che il consumo globale di gas naturale è salito del 4,5% nel 2021.

La revisione al ribasso della previsione ammonta a 50 miliardi di metri cubi, l’equivalente di circa la metà delle esportazioni di gas naturale liquefatto statunitensi dello scorso anno.

Il consumo di gas naturale quest’anno, secondo la Iea, dovrebbe diminuire di quasi il 6% in Europa.

In Asia si prevede invece una crescita del 3%, in netto rallentamento rispetto alla crescita del 7% nel 2021. Regioni come le Americhe, l’Africa e il Medio Oriente risentiranno in modo meno diretto della volatilità del mercato del gas, in quanto dipendono principalmente dalla produzione nazionale. Ma – prevede l’Agenzia – saranno comunque colpiti dagli impatti economici più ampi della guerra, tra cui l’aumento dei prezzi delle materie prime, un potere d’acquisto più debole e investimenti inferiori a causa della fiducia intaccata delle imprese.

L’attacco della Russia all’Ucraina ha aggiunto ulteriore pressione e incertezza a un mercato del gas naturale già corto, soprattutto in Europa, spiega la Iea in una nota. Sebbene finora non ci siano restrizioni legali sull’importazione di gas russo nell’Unione europea, la guerra ha spinto i governi dell’Ue a cercare di ridurre la loro dipendenza dalle importazioni russe il più rapidamente possibile (e l’Agenzia stessa a marzo ha pubblicato un piano in 10 punti per ridurre le importazioni di gas russo in Europa di oltre un terzo entro un anno).

I prezzi spot del gas sono saliti a livelli record poiché la spinta dell’Europa per una fornitura di gas naturale più diversificata ha intensificato la domanda di carichi di gas naturale liquefatto (Gnl), con alcuni dirottati dall’Asia, si spiega.

I prezzi medi spot del Gnl in Asia durante la stagione di riscaldamento 2021-22 sono stati più di 4 volte la media quinquennale.

In Europa, i prezzi spot del Gnl sono stati 5 volte superiori alla media quinquennale, nonostante un inverno mite.

“I prezzi – sottolinea l’Agenzia – sono stati spinti in alto anche dalle mosse della Russia, anche prima dell’invasione dell’Ucraina, di ridurre drasticamente le vendite di gas a breve termine in Europa, che avevano lasciato i livelli di stoccaggio europei del 17% al di sotto della media quinquennale all’inizio della stagione di riscaldamento europea.”

“Sebbene una concorrenza più agguerrita per le forniture di Gnl sia inevitabile affinché l’Europa riduca la sua dipendenza dal gas russo – afferma Keisuke Sadamori, direttore della Iea per i mercati energetici e la sicurezza – la soluzione migliore e più duratura alle sfide energetiche odierne sarebbe accelerare i miglioramenti dell’efficienza energetica nelle nostre economie e accelerare la transizione dai combustibili fossili verso fonti di energia a basse emissioni di carbonio, compresi i gas low carbon di produzione nazionale”.

La Russia – ricorda la Iea – è il più grande fornitore di gas naturale d’Europa, soddisfacendo il 33% della domanda della regione nel 2021, rispetto al 25% nel 2009. I flussi di gas naturale in transito attraverso l’Ucraina sono continuati fin dall’invasione, nonostante la stessa Ucraina abbia subito interruzioni dell’approvvigionamento e danni alla la sua infrastruttura del gas.

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