Fusione fredda, la BEI sostiene con 250 milioni il progetto DTT ENEA

CATEGORIE:

Si tratta del maggiore finanziamento mai erogato a un singolo progetto di ricerca nella storia della Banca europea per gli investimenti. Il progetto "Divertor Tokamak Test" si svolgerà nel Lazio.

ADV
image_pdfimage_print

È pronto a partire il progetto Divertor Tokamak Test (DTT, divertore) dell’ENEA, che nasce per rispondere ad alcune tra le principali criticità scientifiche e tecnologiche nella realizzazione della fusione nucleare, in particolare, al problema di come controllare l’enorme quantità di calore che viene generata.

La BEI – spiega un nota stampa dell’Agenzia nazionale – sosterrà il nuovo polo scientifico tecnologico di ENEA con 250 milioni di euro erogati nell’ambito del Piano Juncker della Commissione Europea. Contribuiranno all’investimento complessivo di 500 milioni di euro anche EUROfusion, con 60 milioni a valere sui fondi Horizon 2020, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca scientifica con 40 milioni, il Ministero dello Sviluppo Economico con 40 milioni, la Regione Lazio con 25 milioni.

Le attività verranno realizzate a Frascati, nei pressi di Roma, grazie appunto alla convenzione siglata con la Regione Lazio.

Saranno coinvolti 1.500 tra scienziati e tecnici (di cui 500 direttamente) e l’impatto sul Pil italiano sarà di circa due miliardi.

“Il progetto ENEA ha due aspetti fondamentali per l’Europa: innovazione e lotta al cambiamento climatico. Sono entrambi campi in cui dobbiamo fare di più se vogliamo guardare al futuro del nostro pianeta con speranza e ottimismo, concentrandoci responsabilmente sul lungo periodo senza l’ansia del brevissimo termine che troppo spesso condiziona le scelte sull’allocazione delle risorse finanziarie. Sono orgoglioso che la BEI sostenga per una quota imporrante la realizzazione dei nuovi laboratori di Frascati”, ha commentato il Vicepresidente della BEI Dario Scannapieco.

Il background

Del progetto avevamo parlato nel marzo 2018, quando non si era ancora stabilito quale regione avrebbe ospitato il progetto, con un’intervista ad Aldo Pizzuto, responsabile del dipartimento dell’Enea che si occupa di fusione e sicurezza nucleare.

Il progetto DTT, spiegava Pizzuto a QualEnergia.it “Sarà un simulatore di un reattore, quindi avrà tutte le caratteristiche funzionali di un reattore, ma non produrrà energia elettrica”.

La scommessa della fusione avrà successo, secondo Pizzuto, se gli scienziati riusciranno a garantire un guadagno energetico superiore ad almeno un fattore trenta. I risultati dell’esperimento serviranno a determinare la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica di un impianto commerciale.

I dubbi

La fusione nucleare continua quindi ad attrarre parte della ricerca scientifica, che punta sull’idea di produrre energia potenzialmente illimitata con il plasma in futuri reattori, “di cui però, al momento, non s’intravede alcuna prospettiva concreta”, scrivevamo nel 2018.

Per una breve analisi di questa tecnologia sperimentale e dei suoi principali punti critici rimandiamo al nostro articolo di allora (vedi QualEnergia.it).

ADV
×