Fase 2 e mobilità, per l’OMS bisogna puntare sulla bici

Le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità: andare il più possibile a piedi o in bicicletta nei centri urbani.

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Come ci sposteremo in città nella “fase 2” dopo la fine del lockdown?

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organization, WHO) la bicicletta è il mezzo di trasporto migliore nei centri urbani, perché somma una serie di benefici: in particolare, garantisce il distanziamento sociale e permette alle persone di svolgere attività fisica.

Pedalare, o camminare, per andare al lavoro e per gli altri spostamenti cittadini, è quindi la soluzione raccomandata nel vademecum diffuso dall’Organizzazione mondiale della sanità durante l’emergenza coronavirus.

Chi invece deve utilizzare i trasporti pubblici, si legge nell’opuscolo online (allegato in basso), deve rispettare alcune disposizioni per ridurre la possibilità di contagio, tra cui: evitare se possibile le ore di punta, rimanere ad almeno un metro di distanza dagli altri passeggeri (quando possibile), indossare mascherine e igienizzarsi frequentemente le mani.

Ricordiamo che la Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab) nei giorni scorsi ha pubblicato una nota in cui si afferma che (neretti nostri) “l’unica soluzione disponibile da subito, a costi irrisori, efficace ed efficiente per combattere contemporaneamente l’inquinamento, l’inattività fisica, il consumo di risorse, di energie e di suolo è la mobilità attiva, nelle sue declinazioni di pedonalità e ciclabilità”.

L’opuscolo (qui per scaricare il pdf):

COVID-19_MovingAround_A4_EN
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