Extra profitti fossili, autoconsumo, rinnovabili: le proposte M5S contro il caro energia

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Chiesta anche una detrazione fiscale all'80% a favore degli investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica delle piccole e medie imprese.

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Calmierare le bollette di famiglie e imprese con un intervento per colpire gli extra profitti dei combustibili fossili, promuovere autoconsumo energetico e contratti PPA legati alle fonti rinnovabili, semplificare le autorizzazioni per i nuovi impianti eolici e solari: sono alcune delle proposte contro il caro energia del Movimento 5 Stelle, confluite nella mozione (primo firmatario Gianni Girotto) presentata al Senato.

Nel testo, a differenza dei partiti del centro-destra (Lega e Forza Italia) e dello stesso Partito Democratico, mancano proposte per rilanciare la produzione di gas nazionale o per investire sul nuovo nucleare, perché trivelle e atomo “sono una falsa soluzione” dati i lunghi tempi di realizzazione, i costi eccessivi e i rischi che comportano queste due opzioni tecnologiche.

Sul fronte degli extra profitti, che ha suscitato tantissime polemiche con la decisione del Governo di fissare un prezzo massimo alla vendita di elettricità da fonti rinnovabili (art. 16 del decreto Sostegni ter), la mozione chiede invece di istituire un fondo di solidarietà volto a contenere gli incrementi dei prezzi energetici, sia per i clienti domestici che per i non domestici, da alimentare anche attraverso un contributo derivante dagli extra profitti nel settore energetico fossile.

Si raccomanda, in particolare, di prevedere:

  • un cap ai ricavi per i servizi sul mercato del dispacciamento;
  • il pagamento degli oneri di sistema anche da parte degli utenti alimentati da impianti fossili situati in reti interne di utenze;
  • un incremento dei canoni annui sui titoli minerari conferiti per la ricerca e la coltivazione di idrocarburi e per lo stoccaggio del gas naturale;
  • un incremento delle royalties sulla produzione di idrocarburi;
  • la riduzione delle franchigie sulla produzione degli idrocarburi;
  • individuazione di extra profitti alimentati nelle compravendite nel mercato del gas naturale.

Sempre in tema di mercato elettrico, il Movimento 5 Stelle chiede una riforma che stabilisca per un breve periodo un obbligo di restituzione al Gse dei valori di prezzo che eccedono una soglia differenziata, a seconda della tipologia di impianto e della tipologia di incentivo eventualmente riconosciuta, individuando forme di indennizzo per la modifica degli accordi già conclusi, tra le quali la possibilità di concedere un prezzo congruo e stabile per un certo periodo di tempo agli operatori che hanno restituito i valori di prezzo.

Le risorse così rese disponibili, dovrebbero essere destinate alle aziende in situazioni di criticità e soggette a un maggior incremento dei costi produttivi.

Si chiede poi al Governo di completare la definizione di condizioni e criteri per il graduale passaggio, nel mercato elettrico, dalla applicazione di un prezzo unico nazionale (Pun) alla applicazione di prezzi zonali.

Altra proposta è quella di intervenire in ambito della fiscalità generale, con un azzeramento Iva sulla quota di aumento dei prezzi di elettricità e gas.

Secondo la mozione, inoltre, il Governo dovrebbe adottare ogni opportuna iniziativa affinché la Commissione tecnica Pnrr -Pniec possa operare con la celerità necessaria e garantire che nel 2022 siano autorizzati almeno 7 GW di fonti rinnovabili, sbloccando il rilascio delle autorizzazioni e risolvendo i conflitti tra enti locali che intervengono nelle procedure di Via.

Altro punto importante è la richiesta di riconoscere, per gli anni 2022, 2023 e 2024, una detrazione fiscale (80%) a favore dei costi sostenuti dalle piccole e medie imprese per la produzione di energia elettrica o termica da fonte rinnovabile, o per la riqualificazione energetica degli edifici nella propria disponibilità, avvalendosi dello sconto in fattura o della cessione del credito.

La medesima detrazione, con la possibilità di sconto in fattura o cessione del credito, dovrebbe essere prevista anche per le comunità di energia rinnovabile che eseguono e finanziano tali interventi; si chiede anche di istituire un fondo di garanzia per la realizzazione degli impianti e delle misure di efficienza delle comunità energetiche rinnovabili.

Si parla, infine, di misure di “electricity release”, al fine di valorizzare la produzione di elettricità rinnovabile e impiegarla per rifornire i settori più esposti al caro energia, non già coperti da contratti a prezzo fisso, anche attraverso un programma di aste al ribasso con adesione volontaria, in cui il Gse si impegna ad acquistare e vendere energia rinnovabile a prezzo fisso, da impianti già in esercizio o di nuova costruzione.

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