Eolico offshore, alla tedesca Luxcara 16 turbine Ming Yang

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Gli aerogeneratori per un parco nel Mare del Nord. Critica WindEurope: "Così la Cina accede alle infrastrutture critiche in Germania".

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Un accordo di “fornitura preferenziale” tra la compagnia energetica tedesca Luxcara e il produttore cinese di turbine eoliche Ming Yang Smart Energy riaccende il dibattito sulla concorrenza del gigante asiatico nell’ambito delle tecnologie green in Europa.

L’azienda con sede ad Amburgo ha comunicato martedì 2 luglio in una nota di aver firmato un contratto con il colosso cinese per 16 turbine offshore da 18,5 MW, ciascuna da installare entro il 2028 nel pressi dell’isola di Borkum, nel Mare del Nord.

Luxcara ha assicurato che la commessa, destinata al parco da circa 290 MW che la filiale Waterkant si è aggiudicato in un’asta dell’agosto 2023, è stata assegnata a Ming Yang dopo aver svolto tutte le verifiche necessarie, che hanno riguardato, oltre agli aspetti tecnologici, finanziari, contrattuali e ambientali, “la supply chain, la conformità Esg allineata alla tassonomia Ue e la sicurezza informatica, verificata dai consulenti indipendenti internazionali Dnv e Kpgm”.

Dunque, “scegliendo la turbina eolica offshore più potente al mondo, saremo in grado di accelerare la transizione energetica della Germania, promuovendo al contempo la tanto necessaria concorrenza nel settore”, ha affermato Holger Matthiesen, che gestisce il progetto Waterkant.

Ming Yang garantirà che le turbine siano prodotte utilizzando al 100% energia rinnovabile, mentre Luxcara assicura che alcune componenti elettriche saranno prodotte da sub-fornitori europei.

La reazione di WindEurope

Le turbine eoliche installate nell’Unione europea provengono solitamente da produttori europei. L’Ue ospita infatti alcuni dei principali player a livello globale come Vestas e Siemens. Già la Francia si era aperta agli aerogeneratori cinesi e da oggi anche la Germania.

L’annuncio di Luxcara ha generato la reazione di WindEurope, associazione in difesa del comparto eolico comunitario. “Con questo progetto la Cina ottiene l’accesso alle infrastrutture critiche in Germania”, ha affermato un portavoce citato da Euractive, che aggiunge: “La filiera europea sarebbe stata pronta a fornire le turbine eoliche per questo progetto”.

Una delle principali preoccupazioni riguarda la sicurezza informatica. Nonostante Matthiesen assicuri che “la gestione, l’esercizio e il controllo del parco eolico di Waterkant rimarranno interamente nelle mani di una società tedesca indipendente”, la fiducia verso i produttori cinesi resta bassa.

Presto potrebbero essere introdotti criteri più stringenti che potrebbero portare al divieto di importazione per motivi di sicurezza nazionale, un trattamento simile a quello riservato allla società delle telecomunicazioni Huawei.

Le contestazioni di WindEurope hanno trovato una sponda politica in Michael Bloss, europarlamentare tedesco dei Verdi: “Non dobbiamo permettere che i grandi progetti industriali vengano utilizzati per alimentare la concorrenza cinese invece di costruire l’industria europea”.

Contrasto alla concorrenza sleale

Il ministero dell’Economia e del Clima tedesco ha fatto sapere a Reuters che “il Governo federale esaminerà la questione molto attentamente, in relazione sia alla sicurezza delle infrastrutture critiche sia alla concorrenza”.

Intanto, i produttori cinesi di turbine eoliche rafforzano la propria presenza sui mercati esteri. Secondo il rapporto “2023 Global Wind Turbine Market Shares” di BloombergNEF, le aziende del Paese asiatico hanno ricevuto commesse per progetti eolici pari a 1,7 GW in venti mercati stranieri, tra cui cinque Stati membri dell’Ue.

Goldwind ha mantenuto la sua posizione di primo fornitore mondiale: l’anno scorso ha ricevuto commesse per 16,4 GW, anche se per il 95% dal mercato interno.

Il record della filiera produttiva in Cina ha portato Envision, altra industria cinese, al secondo posto della classifica di BloombergNEF, con 15,4 GW. Al terzo posto la danese Vestas, unico produttore europeo a figurare tra i primi cinque, con 13,4 GW.

Per tutelare il proprio mercato, ad aprile la Commissione europea aveva avviato un’indagine sui fornitori cinesi ai sensi del regolamento europeo sulle sovvenzioni estere. Sono tutt’ora in corso accertamenti su possibili pratiche commerciali sleali in cinque mercati: Bulgaria, Francia, Grecia, Romania, Spagna. Una mossa che il Paese asiatico ha definito “discriminatoria”.

A dicembre 2023, inoltre, tutti i Paesi membri tranne l’Ungheria hanno firmato la European Wind Charter, un documento con il quale si impegnano a rafforzare la produzione comunitaria di turbine, ad esempio modificando le regole delle aste per le rinnovabili con l’introduzione di criteri non di prezzo legati alla sostenibilità ambientale, alla sicurezza informatica e alla governance aziendale.

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