Energia da moto ondoso + fotovoltaico e storage: ISWEC guarda all’industrializzazione

Firmato un nuovo accordo tra Eni, Terna, Fincantieri e Cdp. Obiettivo: arrivare a installazioni industriali, guardando alle isole non interconnesse.

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Il progetto Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC), l’innovativo sistema di produzione di energia dal moto ondoso, fa passi avanti verso un impianto realizzabile su scala industriale.

Dopo l’impianto pilota realizzato da Eni a Ravenna a marzo (in foto) e l’accordo siglato ad aprile, infatti, ieri, sempre nel capoluogo romagnolo gli ad di Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo, Fincantieri, Giuseppe Bono, Terna, Luigi Ferraris e della stessa Eni, Claudio Descalzi, hanno firmato una nuova intesa che, si legge in una nota stampa, “pone le basi per la costituzione di una società per lo sviluppo e realizzazione” di questi impianti.

ISWEC, ricordiamo, è un sistema ibrido composto da fotovoltaico e da un sistema di stoccaggio energetico, idoneo sia per l’alimentazione di piattaforme offshore di medie e grandi dimensioni sia per la fornitura di energia elettrica completamente rinnovabile in luoghi non interconnessi alla rete, come le isole minori, dove si prevede concentrarsi il piano di sviluppo delle quattro aziende.

La partnership – si informa – si svilupperà in due fasi: nella prima, si metterà a punto il modello di business, definendo un vero e proprio piano di realizzazione in Italia. Parallelamente, verrà completata la prima installazione industriale di ISWEC presso la piattaforma Eni Prezioso nel Canale di Sicilia al largo delle coste gelesi, con avvio previsto nella seconda metà del 2020.

La seconda fase sarà, invece, dedicata da un lato alla vera e propria costituzione della società, e dall’altro alla conseguente esecuzione del piano di realizzazione e sviluppo delle attività, a partire dalle applicazioni per le isole minori in Italia e successivamente all’estero.

CDP, si spiega, contribuirà all’iniziativa curando, in sinergia con i partner, i rapporti con le istituzioni centrali e gli enti locali e valutando i profili economici e finanziari ed i più idonei meccanismi di remunerazione dell’energia prodotta. Fincantieri apporterà competenze industriali e tecniche tipiche delle realizzazioni navali per l’industrializzazione e il deployment della prima applicazione industriale full scale. Terna apporterà le sue competenze industriali e tecniche nel campo dell’ingegneria elettrica dell’integrazione con la rete elettrica.

L’accordo, si precisa, sarà oggetto di successivi contratti vincolanti che le parti definiranno nel rispetto dei profili regolatori applicabili, ivi inclusi quelli in materia di operazioni tra parti correlate e antitrust.

La tecnologia ISWEC

Nella tecnologia dell’Inertial Sea Wave Energy Converter  usata nell’impianto pilota di Ravenna,  progettato e costruito da REMACUT s.r.l in collaborazione con Wave for energy, spin-off del Politecnico di Torino, il dispositivo di conversione è alloggiato all’interno di un galleggiante, caratterizzato da un posizionamento flottante che non prevede sistemi rigidi di collegamento o fondazioni sul fondale marino.

Il suo principio di funzionamento, basato su un sistema inerziale risonante con il moto ondoso del mare, è realizzato con un volano grazie al suo effetto giroscopico. Le onde incidenti inducono il moto di beccheggio dello scafo e del volano contenuto al suo interno. Questo beccheggio, combinato alla velocità di rotazione del volano, induce, grazie agli effetti giroscopici, un moto di rotazione della piattaforma di sospensione del giroscopio sul singolo grado di libertà di cui essa è dotata.

L’albero in ingresso generatore elettrico, collegato rigidamente alla piattaforma di sospensione, garantisce il trasferimento della potenza meccanica del moto ondoso al generatore elettrico, incaricato della trasformazione finale in potenza elettrica. La caratteristica principale del sistema, quella che lo rende unico rispetto ai sistemi concorrenti – spiegano g,i inventori – è quella di essere sintonizzabile rispetto alla variazione dello stato del mare (cioè del periodo e dell’altezza significativi delle onde) mediante la regolazione della velocità di rotazione del volano.

Un’altra importante caratteristica del dispositivo è quella di non avere componenti meccanici mobili immersi in acqua, riducendo significativamente la manutenzione del sistema e migliorandone l’efficienza.

L’H24

Quella prodotta dal sistema installato dal cane a sei zampe, ricordiamo,  non è però la prima energia elettrica da moto ondoso prodotta in Italia. Come abbiamo raccontato su queste pagine, a settembre 2018, infatti altri elettroni da energia marina si sono riversati nella rete elettrica nazionale.

Un’altra macchina per sfruttare il moto ondoso chiamata H24 infatti il 13 settembre dell’anno scorso è entrata in funzione nel mare davanti a Marina di Pisa.

L’impianto H24, ideato dal matematico pisano Michele Grassi, a differenza di altri sistemi pensati per sfruttare l’energia delle onde come quello scelto da Eni, non si trova in superficie, con il rischio di essere distrutto dalle mareggiate, ma su fondali fra 6 e 12 metri di profondità. Converte il movimento delle onde facendogli trascinare avanti e indietro un parallelepipedo grande come un container, collegato a un alternatore.

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