La domanda di gas europea si è fortemente ridotta nel 2022, segnando un -13% rispetto al 2021, mentre a livello globale la diminuzione è stata più contenuta (-1,6%).
Si stima che i consumi rimarranno piatti nel 2023, in un quadro generale dominato dalle incertezze sui prezzi, sulla ripresa cinese e sulle azioni future della Russia.
Questi, in sintesi, i temi principali toccati dalla Iea (International Energy Agency) nel suo ultimo Gas Market Report (link in basso).
Gli aumenti “senza precedenti” dei prezzi del gas, evidenzia la Iea, hanno spinto i governi europei a varare politiche di emergenza, mentre industrie e cittadini hanno applicato misure di risparmio energetico per contenere il caro bolletta. Grazie anche a un inverno mite, la domanda di gas in Europa è scesa, come detto, del 13% in confronto ai dodici mesi precedenti.
In Asia il calo è stato del 2% a causa di diversi fattori: gli alti prezzi del gas naturale liquefatto (Gnl), le interruzioni delle attività industriali legate al Covid in Cina e il clima costantemente mite nel nord-est asiatico.
Secondo i dati Eurostat, ricordiamo, il consumo di gas naturale nell’Ue è diminuito del 19,3% in sei mesi, da agosto 2022 a gennaio 2023, rispetto alla media per lo stesso periodo nei 5 anni precedenti. Siamo quindi sulla buona strada per centrare l’obiettivo del piano REPowerEU: ridurre del 15% i consumi per il periodo agosto 2022-marzo 2023 (sempre rispetto alla media dello stesso periodo dei cinque anni precedenti).
Intanto nel 2022 in Italia il consumo di metano è sceso del 9,8% sul 2021.
Il Gnl, spiega poi la Iea, è stato un settore particolarmente dinamico nel 2022, poiché il valore del commercio globale ha raggiunto il suo massimo storico, raddoppiando a 450 miliardi di dollari rispetto al 2021.
Gran parte della maggiore domanda di Gnl è arrivata dai Paesi europei: i carichi di gas naturale liquefatto, consegnati in Europa, nel 2022 sono aumentati del 63%, superando 170 miliardi di metri cubi, contro i poco più di 100 bcm del 2021.
I prezzi del gas naturale, sebbene ancora elevati rispetto agli standard storici, sono diminuiti negli ultimi mesi. Tuttavia, la situazione potrebbe cambiare nel 2023. La Iea si aspetta un incremento della domanda di gas in Asia, trainata dalla Cina (che ha revocato le restrizioni Covid).
La domanda interna cinese di Gnl è data in crescita del 10% nel 2023, ma le previsioni restano molto incerte e la crescita dei consumi cinesi di gas potrebbe essere molto più alta (si parla di un 35%) se ci sarà una forte ripresa economica.
Ciò potrebbe innescare una concorrenza agguerrita sui mercati internazionali e portare nuovamente i prezzi su livelli insostenibili; ecco perché rimangono tensioni e timori sul mercato internazionale, soprattutto da parte dei buyer europei. E la Cina quindi è la grande incognita del 2023.
Inoltre, spiega la Iea, nonostante la crescita della domanda globale di Gnl nel 2022, l’aumento dell’offerta del 5,5% è stato relativamente modesto.
A ciò hanno contribuito le attività di manutenzione nei grandi porti di liquefazione, oltre a un’interruzione più lunga del previsto a Freeport negli Stati Uniti, uno dei più grandi terminali Gnl del mondo. Inoltre, gli elevati prezzi di mercato non sono stati sufficienti a stimolare investimenti significativi in nuovi terminal.
La situazione poi è stata aggravata, precisa la Iea, dalla continua riluttanza dei potenziali acquirenti, a eccezione della Cina, a impegnarsi in nuovi contratti di Gnl, a fronte delle tante incertezze sulla domanda di gas a lungo termine e sugli andamenti dei prezzi.
Guardando al Nord America, infine, la Iea segnala un aumento della domanda di gas pari al 4,4% nel 2022, attribuito principalmente alla crescita dei consumi nel settore della generazione di energia negli Stati Uniti.
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