Decarbonizzazione industriale, intesa tra Assocarta e Gse

Al centro dell’accordo triennale la promozione di rinnovabili, autoconsumo ed efficienza per un settore che consuma 7 TWh elettrici l’anno.

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Stando agli ultimi dati disponibili, quelli del 2022, l’Industria della carta in Italia consuma 7,09 miliardi di kWh e 2,5 mld di metri cubi di gas per sostenere la produzione. Per abbattere queste quote è stato avviato un processo di decarbonizzazione che passa anche per un accordo con il Gse.

L’intesa triennale è stata siglata venerdì 24 maggio con l’intento di facilitare il dilaogo tra gestore e imprese per favorire l’uso di energia prodotta da fonti rinnovabili, l’installazione diretta di impianti Fer, l’efficientamento energetico dei processi, le configurazioni di autoconsumo e le tecnologie più innovative per l’abbattimento delle emissioni.

“La filiera italiana della carta, seconda in Europa solo alla Germania, è un attore importante del tessuto imprenditoriale nazionale”, secondo il presidente del Gse, Paolo Arrigoni. “Per preservarne la competitività e traghettare queste industrie verso la neutralità carbonica è necessario adottare una strategia diversificata che includa efficienza, economia circolare, uso di combustibili low carbon, cattura della CO2 e elettrificazione dei consumi”.

Quello con Assocarta, si ricorda, è l’ultimo di una serie di accordi analoghi sottoscritti dal Gestore, ad esempio con Federacciai e Legacoop.

“Dal 2005 ad oggi il nostro comparto ha ridotto le emissioni specifiche del 24% e raggiunto lo 0,78 (su 1), secondo l’indice di circolarità di Ellen MacArthur Foundation”, rimarca il presidente di Assocarta, Lorenzo Poli. “Progressi che in campo energetico devono continuare e l’accordo con il Gse fornisce l’ambito ottimale per procedere in questa direzione”.

Tra le tecnologie ritenute fondamentali dall’associazione c’è la cogenerazione, “che va rilanciata ed integrata con le fonti rinnovabili”, soprattutto cose alimentata da biometano, cioè “la tecnologia che la valorizza al meglio”.

Inoltre, “la cogenerazione può fornire capacità di riserva per un sistema elettrico sempre più basato su fonti non programmabili. Va promossa la produzione da rinnovabili in diretta connessione con l’industria per accelerare la decarbonizzazione e l’indipendenza energetica”.

L’obiettivo finale, secondo Poli, è competere ad armi pari con le industrie cartarie di altri Paesi dove mancano principi di economia circolare poiché, in alcuni casi, l’approvvigionamento delle materie prime-seconde avviene “senza sistemi di responsabilità estesa del produttore”.

Da segnalare che il prossimo 20 giugno a Roma si terrà l’assemblea annuale di Assocarta che avrà come tema e come titolo: “Sicurezza energetica e decarbonizzazione”. Nel corso dell’evento sarà presentato il Piano decarbonizzazione del settore cartario elaborato dall’associazione con il supporto della società di consulenza Afry.

Nel 2022 questo comparto ha fatturato 11,15 in Italia 11,15 miliardi di euro impiegando 19.000 addetti in 153 stabilimenti suddivisi per 119 aziende. La produzione è stata di 8.696.000 tonnellate di carta e cartone. Il consumo nazionale di questi materiali, invece, è stato di 10.671.000 tonnellate.

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