Crisi energetica: cosa prevede il piano Ue per tagliare le forniture di gas dalla Russia

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La Commissione europea ha presentato REPowerEU: si punta su Gnl, rinnovabili, efficienza, biometano, idrogeno verde.

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Raggiungere la piena indipendenza dalle forniture di combustibili fossili dalla Russia “ben prima del 2030”, a partire dal gas.

È questo il traguardo posto dalla Commissione europea con la nuova comunicazione REPowerEU (link in basso).

Il documento era atteso già da prima dello scoppio del conflitto in Ucraina. Doveva essere una comunicazione focalizzata su interventi per ridurre i prezzi energetici, ma la guerra di Putin ha spostato il baricentro sulle soluzioni per tagliare gli approvvigionamenti di gas, petrolio e carbone da Mosca (il gas russo ora vale più del 40% dei consumi Ue).

Bruxelles quindi ha varato un mix di misure: variare le rotte di importazione del gas, riempire gli stoccaggi, investire in fonti rinnovabili, biometano e idrogeno, ridurre i consumi.

In particolare, il piano REPowerEU consentirebbe di eliminare gradualmente almeno 155 miliardi di metri cubi di gas fossile dal mix energetico europeo, equivalenti al volume totale importato dalla Russia nel 2021. E la domanda Ue di gas russo potrebbe essere ridotta di circa due terzi entro un solo anno.

“Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, dal carbone e dal gas russi”, ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. “Non possiamo assolutamente fare affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente. Dobbiamo agire ora per attenuare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia, diversificare le fonti di approvvigionamento di gas per il prossimo inverno e accelerare la transizione verso l’energia pulita”.

Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo e responsabile del Green Deal europeo, ha aggiunto che “è giunto il momento di passare alle fonti rinnovabili alla velocità della luce“.

Per quanto riguarda il gas, la Commissione intende presentare entro aprile una proposta legislativa, che preveda che i depositi sotterranei di stoccaggio di gas a livello Ue siano riempiti per almeno il 90% della capacità entro il 1° ottobre di ogni anno.

Altri due pilastri del piano sono: acquistare più gas da fornitori non russi, aumentando le importazioni via tubo e via mare (gas naturale liquefatto trasportato su navi) e incrementando la produzione di biometano e idrogeno verde; ridurre più rapidamente gli usi dei combustibili fossili in tutti i settori (edifici, industrie, trasporti), grazie alla crescente elettrificazione dei consumi finali e agli interventi di efficienza energetica.

Ad esempio, uno degli obiettivi è installare 10 milioni di pompe di calore negli edifici nei prossimi cinque anni.

Si parla anche di possibili “limiti di prezzo temporanei” come misura di emergenza contro i rincari energetici e di possibili soluzioni per ottimizzare il funzionamento del mercato elettrico.

Più in dettaglio, grazie a REPowerEU (si veda anche la tabella), la Commissione Ue stima che entro fine 2022 si possano rimpiazzare 50 miliardi di metri cubi di gas ora acquistato dalla Russia con maggiori importazioni di Gnl da altri Paesi, come Stati Uniti e Qatar. Altri 10 miliardi di metri cubi potrebbero essere sostituiti con maggiori importazioni da gasdotti.

Nella tabella, FF55 fa riferimento alle misure già previste per energia e clima al 2030 dal pacchetto Fit for 55 di Bruxelles.

Inoltre, secondo le indicazioni di Bruxelles, la produzione di biometano dovrebbe balzare a 35 miliardi di metri cubi/anno entro il 2030 e la disponibilità di idrogeno da rinnovabili (produzione europea più le importazioni) dovrebbe arrivare a 20 milioni di tonnellate al 2030 grazie alle nuove infrastrutture integrate per il trasporto, distribuzione e stoccaggio (Hydrogen Accelerator).

Questa quantità di idrogeno verde permetterebbe di tagliare di altri 25-50 miliardi di metri cubi/anno le importazioni di gas fossile.

Nella comunicazione ci sono anche degli allegati con le linee guida per applicare la direttiva sul mercato elettrico nella situazione attuale di emergenza (prevista la possibilità di introdurre o mantenere prezzi regolati), e con indicazioni per tassare gli extra profitti dei produttori di energia che hanno beneficiato dei prezzi elettrici alle stelle.
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