Stiamo per entrare nel pieno dell’ondata di calore anticipata dai bollettini meteo dei giorni scorsi e di cui parlava anche RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) nel suo ultimo avviso per segnalare “possibili congestioni della rete dovute a un’elevata domanda di energia per il raffrescamento”.
Il picco delle temperature, infatti, dovrebbe interessare soprattutto le regioni settentrionali e la Sardegna tra il 25-30 giugno.
L’elevato tasso di umidità e le temperature prossime ai 40 gradi nei centri urbani, spiegano gli esperti di RSE, il tutto amplificato dall’effetto “isola di calore”, porteranno verso una forte incremento dei consumi energetici per il condizionamento. E anche le temperature minime, complice l’elevata umidità, si manterranno superiori ai 26 gradi nelle zone più urbanizzate.
Quindi, precisa RSE, nel sistema di distribuzione dell’energia nelle aree metropolitane si potranno verificare disservizi imputabili all’alta temperatura nelle cabine di distribuzione e guasti ai cavi interrati.
Questi ultimi sono favoriti anche dall’inaridimento del suolo e dalla conseguente minore capacità del terreno di disperdere il calore dei cavi.
Così gli scenari previsionali del modello americano FV3, considerato uno tra i più attendibili su scala mondiale, indicano che l’ondata di calore avrà un’elevata probabilità di verificarsi nell’ultima settimana di giugno per la formazione di un robusto anticiclone tra il Mediterraneo e il Nord Africa che piloterà masse d’aria roventi sull’Italia.
D’altronde, sono sempre di più gli studi scientifici che mostrano quanto stia aumentando il rischio di ondate di calore da record a causa dei cambiamenti climatici.
Rischio che farà salire sensibilmente la domanda energetica per l’utilizzo dei condizionatori in diverse regioni del mondo, come evidenzia una recente ricerca pubblicata su Nature Communications (vedi qui).
E le reti elettriche saranno sempre più “stressate” dalle condizioni ambientali in diversi paesi: la maggiore frequenza e intensità delle ondate di calore evidenzierà tutti i punti deboli delle infrastrutture, soprattutto nelle aree geografiche dove le linee di trasmissione/distribuzione sono più obsolete e con minore capacità di interconnessione; ecco perché si parla di congestioni e colli di bottiglia amplificati dall’incremento dei consumi elettrici nei mesi estivi.