Corte dei Conti: al governo manca una strategia chiara sul taglio ai sussidi fossili

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L'audizione davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

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Si torna a parlare di sussidi dannosi per l’ambiente, nell’ambito dell’audizione svolta dalla Corte dei conti davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, per quanto riguarda l’attività conoscitiva preliminare all’esame del Programma nazionale di riforma per l’anno 2020.

Il tema dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD), ricordiamo, era poi sparito dal Dl Clima approvato lo scorso novembre; il governo, nelle prime bozze del provvedimento, aveva proposto un taglio lineare del 10% ai sussidi dannosi dal 2020 con la previsione di azzerarli entro il 2040.

Tra questi sussidi figurano, ad esempio, le riduzioni delle accise sui combustibili fossili in vari settori.

Tuttavia, evidenzia la Corte dei conti (neretti nostri), “tagliare le agevolazioni in campo energetico senza una chiara strategia di sostituzione tra fonti implica un aumento dei prezzi nel breve periodo” e finora il governo “non ha tracciato un chiaro ordine di priorità, tanto che le versioni iniziali del decreto ‘Clima’ prevedevano un taglio lineare del 10 per cento senza alcuna discriminazione tra le diverse situazioni”.

Poi la legge di bilancio 2020, ricorda la Corte dei conti, ha rimandato le decisioni a una nuova commissione che dovrà elaborare una proposta organica entro il 31 ottobre 2020.

Il Programma nazionale di riforma, prosegue la Corte, richiama la volontà di perseguire il taglio dei SAD nel quadro del Green Deal “ma non esplicitando ancora una strategia organica, né sugli ordini di priorità, né sui meccanismi per fronteggiare l’opposizione dei singoli gruppi di pressione o la povertà energetica”.

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