Coperture, tagli ai sussidi fossili, stop ai rifiuti: tutti i nodi irrisolti del DL Clima – Ambiente

Slittato l’esame della bozza del provvedimento in Consiglio dei Ministri. Molti temi ancora da definire.

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Il decreto legge sul clima “presto approderà in Consiglio dei Ministri”, afferma in una nota il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ma per ora è saltato l’esame del provvedimento che dovrebbe inaugurare il Green New Deal del governo Conte-bis.

Nel testo provvisorio si parla, ad esempio, di bonus per la rottamazione di vecchi veicoli (da impiegare poi per abbonamenti ai trasporti pubblici o ai servizi di mobilità condivisa), agevolazioni fiscali per la vendita di prodotti sfusi/alla spina e progressivo taglio dei sussidi ai carburanti fossili.

Si pensava che la bozza del decreto potesse entrare in CdM già questa settimana, in modo da avere le idee più chiare in vista del vertice ONU sul clima che si svolgerà a New York lunedì prossimo, 23 settembre.

Invece il tentativo del ministro Costa di accelerare i tempi non è servito, perché ci sono ancora troppe incognite sul DL, partendo dalla disponibilità finanziaria per alcune misure.

Su questo punto, Costa ha affermato (neretti nostri) che “siamo disposti a utilizzare le aste verdi per le necessarie coperture”. Il riferimento è quindi ai proventi delle aste sulla CO2, organizzate nell’ambito del mercato europeo ETS (Emissions Trading Scheme) che assegna le quote di emissione ai comparti industriali degli Stati membri.

Quello finanziario non è l’unico nodo da sciogliere.

Un aspetto particolarmente delicato, perché coinvolge vari settori economici del nostro paese, è la previsione di un taglio lineare dei sussidi dannosi per l’ambiente, da inserire con ogni probabilità nella legge di Bilancio, iniziando dal 10% nel 2020 fino al totale azzeramento di tali contributi in vent’anni.

La stessa Commissione europea, nelle sue osservazioni sul Piano nazionale per l’energia e il clima (PNIEC), ha chiesto all’Italia di chiarire quali misure adotterà per diminuire i sussidi ai combustibili fossili.

Ma un’azione di tale portata, che finirà per colpire diverse attività che da tanti anni beneficiano di vantaggi fiscali per l’uso di carburanti fossili – pensiamo ad esempio all’autotrasporto – richiederà una notevole condivisione a livello politico e con i sindacati e le parti sociali.

E i sindacati hanno già evidenziato la mancanza di dialogo con il governo sul DL clima.

“È positiva – ha commentato il segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini (neretti nostri) – la volontà del nuovo governo di varare misure concrete a favore del clima con incentivi alla rottamazione delle autovetture più inquinanti e la riduzione degli imballaggi […], ma è necessario aprire un confronto prima di emanare il decreto con le parti sociali per una necessaria valutazione ed avere una ricaduta positiva a favore dell’occupazione, della produzione e della qualità dell’ambiente”.

Così il cammino del provvedimento sembra tutt’altro che spianato su alcuni punti, come anche quello del cosiddetto “End of Waste”, la cessazione della qualifica di rifiuto, che non a caso nella bozza compare solamente come titolo di un articolo da definire.

E questo è un elemento decisivo per sbloccare l’economia circolare basata sul riciclo e il recupero/riutilizzo di materiali, in linea con la direttiva Ue sui rifiuti.

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