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Consiglio Energia, ok ai nuovi obiettivi su efficienza e rinnovabili al 2030

I 27 Stati membri hanno deciso di portare le fonti green al 40% del mix e ridurre i consumi energetici del 9% come prevede il pacchetto Fit for 55. Ma i traguardi andranno ridiscussi con il piano REPowerEU.

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In attesa del Consiglio Ue Ambiente che oggi, martedì 28 giugno, discuterà lo stop alla vendita di auto endotermiche dal 2035 votato a Strasburgo (con una spaccatura tra favorevoli e contrari, tra questi ultimi il nostro Paese), è stato raggiunto un accordo al Consiglio Energia su altri due pilastri del pacchetto europeo Fit for 55, quelli su efficienza energetica e fonti rinnovabili.

Nella riunione di ieri, lunedì 27 giugno, i ministri dei 27 Stati membri Ue hanno approvato il nuovo obiettivo vincolante sulle rinnovabili, che dovranno raggiungere il 40% del mix di energia complessivo Ue al 2030 (il traguardo attuale è fissato al 32%); inoltre, hanno stabilito che i consumi energetici dovranno essere ridotti del 9% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020.

Va ricordato che detti obiettivi sono però superati dal piano REPowerEU presentato a maggio da Bruxelles, dove si punta al 45% di rinnovabili e a una riduzione dei consumi del 13%.

Per quanto riguarda le rinnovabili, sottolinea una nota del Consiglio, che avendo adottato la sua posizione è pronto a negoziare il testo finale con il Parlamento Ue, “gli Stati membri dovranno aumentare i contributi nazionali stabiliti nei loro piani integrati per energia e clima, da aggiornare nel 2023 e nel 2024, al fine di conseguire collettivamente il nuovo obiettivo” (neretti nostri in tutte le citazioni).

Tra le novità più importanti, ci sono quelle per le autorizzazioni di nuovi impianti e per gli interventi di repowering su installazioni esistenti.

Secondo i ministri, infatti, lo sviluppo delle rinnovabili e la connessa espansione delle infrastrutture di rete a terra e offshore in Europa, dovrebbe essere considerata una questione di “interesse pubblico generale” e “sicurezza pubblica”.

Così i 27 Stati membri hanno concordato scadenze chiare per autorizzare nuovi progetti e procedure agevolate per progetti di ripotenziamento; in particolare, per il repowering saranno valutati solo gli impatti ambientali aggiuntivi rispetto alle turbine già installate in precedenza.

Tutti i nuovi parchi eolici dovrebbero essere autorizzati entro due anni al massimo e i governi dovrebbero garantire che questa scadenza copra tutti i permessi, inclusa la valutazione dell’impatto ambientale e i permessi di rete.

Tornando alla nota del Consiglio, si spiega che i ministri hanno concordato “obiettivi e misure settoriali più ambiziosi, accompagnati da flessibilità che si applicano, ad esempio, ai metodi di calcolo”.

Nel settore dei trasporti, gli Stati membri potranno scegliere tra due diversi obiettivi vincolanti:

  • ridurre del 13% la intensità dei gas a effetto serra entro il 2030 con più opzioni per conseguire tale obiettivo, ad esempio la possibilità di fissare un obiettivo differenziato per il trasporto marittimo, a condizione che il traguardo globale sia raggiunto;
  • arrivare almeno al 29% di energia rinnovabile nel consumo finale di energia entro il 2030.

Il Consiglio ha fissato un sotto-obiettivo vincolante per i biocarburanti avanzati nella quota di rinnovabili fornite ai trasporti: 0,2% nel 2022, 1% nel 2025 e 4,4% nel 2030.

Mentre in tema di combustibili rinnovabili di origine non biologica nei trasporti (idrogeno rinnovabile e combustibili sintetici a base di H2), il Consiglio ha definito un sotto-obiettivo indicativo del 2,6%, che corrisponde al 5,2% se è raggiunto in termini di quota di energia rinnovabile nel consumo finale di energia nei trasporti entro il 2030.

È stato anche concordato un graduale aumento degli obiettivi per le rinnovabili nel riscaldamento e raffrescamento: +0,8% annuo a livello nazionale fino al 2026 e +1,1% dal 2026 al 2030.

Sul fronte idrogeno, i ministri hanno deciso che il 35% di H2 utilizzato nelle industrie dovrebbe provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica entro il 2030, e il 50% entro il 2035.

Per quanto riguarda le misure di efficienza energetica, il Consiglio ha convenuto che tutti i Paesi contribuiranno al conseguimento del traguardo generale Ue mediante traiettorie e contributi nazionali indicativi (con una possibilità di scostamento del 2,5% dalla formula per il calcolo), stabiliti dagli Stati membri nei loro piani nazionali integrati per energia e clima da aggiornare nel 2023-2024.

Previsto poi un graduale aumento del traguardo di risparmio energetico per il consumo annuo di energia finale: 1,1% dal primo gennaio 2024; 1,3% a decorrere dal primo gennaio 2026; 1,5% dal primo gennaio 2028, con la possibilità di riportare al periodo successivo un massimo del 10% dei risparmi in eccesso.

Il Consiglio ha anche incluso, evidenzia la nota, “la possibilità di contabilizzare i risparmi energetici realizzati attraverso le tecnologie di combustione di combustibili fossili nel settore industriale, in casi debitamente giustificati, confermati da audit energetici, nel calcolo ai fini del conseguimento del target”.

Non manca un obbligo specifico per il settore pubblico: 1,7% di riduzione annuale del consumo energetico (1,9% se si escludono i trasporti pubblici o le forze armate); inoltre, gli Stati membri sarebbero tenuti a ristrutturare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli immobili della pubblica amministrazione.

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