Per il settore delle biomasse legnose gli imperativi sono sempre gli stessi da alcuni anni: puntare alla decarbonizzazione del settore del riscaldamento e migliorare la qualità dell’aria.
Su questi impegni per il secondo anno riparte la campagna SWITCH4AIR, promossa da Bioenergy Europe, in collaborazione con l’European Pellet Council per sensibilizzare la pubblica opinione, gli stakeholder e i policy makers europei sul ruolo delle bioenergie.
In Italia a sostenere l’iniziativa c’è AIEL, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali, che rappresenta le imprese della filiera legno-energia.
L’associazione in un suo comunicato spiega come il settore del riscaldamento abbia un notevole impatto sulla qualità dell’aria in Europa. Ricordiamo che nel 2018 il 79% delle fonti energetiche utilizzate per il riscaldamento proveniva da combustibili fossili. Per questo motivo anche il Green Deal europeo indica gli interventi sul riscaldamento come prioritari nella lotta al cambiamento climatico.
Il settore delle energie rinnovabili, così come quello della bioenergia, è in grado di offrire una modalità alternativa per assicurare la neutralità del carbonio, ma deve poter impegnarsi anche nella riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario però promuovere la diffusione di generatori di calore efficienti e moderni, nonché supportare la sostituzione di modelli obsoleti e garantire una corretta manutenzione e installazione per l’abbattimento delle emissioni di particolato (PM2,5 e PM10).
Il comparto del riscaldamento domestico a biomasse è capofila in Europa non solo per decarbonizzare la domanda di calore ma anche per ridurre gli impatti sulla qualità dell’aria derivanti dal riscaldamento residenziale, sostituendo le vecchie installazioni sia fossili sia a legna con moderni sistemi di riscaldamento a biomasse.
In Italia, AIEL ha recentemente proposto “Rottamare ed educare” una strategia di rottamazione degli impianti obsoleti e di educazione degli utenti che si pone come obiettivo la riduzione del 70% in 10 anni delle emissioni di polveri sottili dalla combustione domestica di biomassa legnosa e il miglioramento tangibile della qualità dell’aria, riscaldando le famiglie italiane con una fonte rinnovabile, sostenibile e carbon neutral.
Quattro sono i pilastri su cui si basa “Rottamare ed educare”:
1 – Sostituire i vecchi apparecchi con moderne tecnologie
Attualmente, il parco apparecchi attivo è nel complesso troppo vecchio e inefficiente (su poco più di 9 milioni di apparecchi, 6,3 ha un’età superiore ai 10 anni). Questi impianti vanno sostituiti con nuove tecnologie, altamente performanti e in grado di abbattere le emissioni inquinanti. Il passaggio a moderni apparecchi caratterizzati da basse emissioni deve però essere equo per il consumatore finale e, allo stesso tempo, deve essere sostenuto da iniziative politiche e incentivi, come il Conto Termico. In questo modo si consentirà ai consumatori finali di avviare il turnover tecnologico negli apparecchi
2 – Usare solo combustibili di qualità
Le caratteristiche dei combustibili, come il contenuto idrico, hanno un grande impatto sull’efficienza di combustione e sulle emissioni in atmosfera. Si stima che l’utilizzo di legna da ardere con meno del 20% di umidità consenta una riduzione delle emissioni di 8 volte (rispetto al legno con il 30% di contenuto idrico) e contemporaneamente aumenti l’efficienza dell’apparecchio. Inoltre, gli standard di qualità dei combustibili come BiomassPlus® e gli schemi di certificazione come ENplus® sono essenziali per garantire bassi livelli di emissioni in atmosfera.
3 – Accertarsi che gli installatori siano formati e qualificati e che venga eseguita una manutenzione periodica.
Gli installatori svolgono un ruolo fondamentale nel processo di transizione energetica nel settore domestico e nel passaggio alle energie rinnovabili. Essendo a diretto contatto con i consumatori finali ne possono aumentare la consapevolezza. Inoltre, attraverso le operazioni di manutenzione e pulizia, assicurano un corretto funzionamento dei sistemi di riscaldamento e possono educare gli utenti finali su come gestire e far funzionare correttamente gli apparecchi, aumentandone l’efficienza.
4 – Aumentare la consapevolezza degli utenti finali
La conoscenza dei consumatori in termini di corretta combustione deve essere migliorata. Da recenti studi risulta che un approccio sbagliato all’apparecchio può causare un incremento delle emissioni di PM10 e di carbonio organico, responsabile della formazione di particolato organico e secondario in atmosfera, anche di 10 volte rispetto a un utilizzo ottimale (TFZ). Promuovere una maggiore consapevolezza su questi aspetti consentirebbe di ridurre in modo significativo le emissioni generate da una conduzione negligente.