CO2: Drax vuole essere la prima utility a emissioni negative

  • 12 Dicembre 2019

Un tempo etichettata come principale inquinatore europeo, Drax si è prefissa un ambizioso obiettivo decennale. Ma non mancano le critiche.

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Drax, l’azienda energetica britannica proprietaria dell’omonima centrale, un tempo etichettata come il più grande inquinatore dell’Europa occidentale, vuole diventare la prima utility al mondo con emissioni di carbonio negative entro 10 anni.

Lo ha comunicato l’azienda stessa che mira quindi ad assorbire più emissioni di carbonio dall’aria di quante ne crei entro il 2030.

L’ambizioso progetto partirà dalla trasformazione dell’impianto nel North Yorkshire da una delle centrali elettriche più sporche al mondo in un gigante delle energie rinnovabili, nonché in un pioniere nell’applicazione su vasta scala della cattura del carbonio.

Per decenni, la più grande centrale elettrica del Regno Unito ha pompato milioni di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera, bruciando carbone per produrre elettricità. Negli ultimi anni, però, Drax ha convertito le sue enormi unità di generazione a carbone in modo tale che possano essere alimentate con biomassa rinnovabile, o pellet di legno.

La trasformazione ha richiesto sovvenzioni pubbliche di circa due milioni di sterline al giorno.

La prossima fase del piano d’azione per il clima di Drax richiederà un ulteriore sostegno governativo per sviluppare una tecnologia in grado di catturare milioni di tonnellate di carbonio emesse dall’impianto, in vista del suo stoccaggio permanente in caverne sotterranee.

Il progetto assegna all’accoppiata bioenergia e cattura del carbonio (BECC) un ruolo fondamentale non solo nella lotta alla crisi climatica, ma anche per creare un’economia sostenibile.

“L’obiettivo di Drax è diventare carbon negative entro il 2030. Dopo aver aperto la strada all’uso di biomassa sostenibile, Drax ora produce il 12% dell’elettricità rinnovabile del Regno Unito. Con la giusta politica di emissioni negative possiamo fare molto di più, rimuovendo milioni di tonnellate di emissioni dall’atmosfera ogni anno”, ha detto Will Gardiner, Amministratore Delegato di Drax, a The Guardian.

“Il governo del Regno Unito sta lavorando a un quadro di politiche e investimenti volti a incoraggiare le tecnologie a emissioni negative, che consentiranno al Regno Unito di essere la sede della prima azienda al mondo con emissioni negative di carbonio”, ha aggiunto Gardiner.

La contabilità del carbonio di Drax si basa su dei calcoli di risparmio delle emissioni all’inizio e alla fine di un processo BECC. La società afferma che il ciclo di vita del progetto eliminerebbe più emissioni di carbonio di quante ne produrrebbe. Se ciò sarà confermato, la utility britannica riuscirebbe effettivamente a generare energia con emissioni di carbonio negative.

Nel calcolo effettuato da Drax, il primo risparmio di carbonio avviene quando gli alberi coltivati per produrre biomassa assorbono CO2 dall’aria, durante la loro crescita. Il secondo risparmio ha luogo presso la centrale elettrica, dove la tecnologia di cattura del carbonio intrappola le emissioni create dalla combustione del legno.

Il Comitato sul Cambiamento Climatico del governo britannico ha indicato che la cattura del carbonio – in combinazione con la bioenergia e applicata all’industria pesante – è vitale se il Regno Unito spera di raggiungere i suoi obiettivi climatici per il 2050.

Drax fa parte di una rete di aziende che mirano a rendere la regione di Humber – una delle zone industriali più inquinanti del Regno Unito – a zero emissioni di carbonio, sequestrando il carbonio dalle fabbriche e dai produttori di idrogeno a basse emissioni.

Se il loro piano funziona, il Regno Unito riuscirebbe a salvaguardare migliaia di posti di lavoro nel settore industriale, producendo in prospettiva idrogeno a sufficienza da poter traghettare il Regno Unito da una generazione ad alto tenore di carbonio ad una generazione verde.

Il ricorso alla BECC non è comunque privo di criticità.

Le preoccupazioni sono duplici: molti studiosi e ambientalisti ritengono che permangano significative incertezze sulla contabilizzazione del carbonio dei progetti BECC. Secondo altri, a meno che il lento progresso tecnologico del sequestro della CO2 non acceleri, non sarà possibile realizzare i benefici teorici offerti dalla bioenergia.

Quest’anno, un rapporto del Grantham Institute dell’Imperial College di Londra ha indicato che nel breve termine i progetti BECC potrebbero persino aumentare le emissioni di carbonio nell’atmosfera, trasferendo il rischio ambientale dall’atmosfera alla terra.

Secondo il rapporto, ci sono ancora incertezze sul “potenziale effettivo di rimozione del carbonio delle BECC” perché gli studi fino ad oggi si sono basati su una serie di ipotesi complesse non ancora testate su vasta scala.

Secondo un rapporto commissionato dalla Fondazione Packard, bruciare biomassa per generare elettricità potrebbe creare un problema di “doppio clima“.

Nel breve termine, bruciare biomassa senza cattura del carbonio potrebbe cioè aumentare le emissioni più velocemente di quanto la ricrescita degli alberi sia in grado di assorbire il carbonio. Nel lungo termine, la produzione estensiva di biomassa potrebbe portare alla deforestazione e al degrado dei terreni, che contribuirebbero all’aumento delle emissioni clima-alteranti.

Drax, da parte sua, ha difeso con forza la sostenibilità della propria catena di approvvigionamento della biomassa. I pellet di legno che usa, spediti dagli Stati Uniti, sono costituiti per la maggior parte da residui di segheria e da escrescenze forestali, che vengono accuratamente disboscata per migliorare la qualità delle foreste stesse. Drax si è anche impegnata a non procurarsi biomassa da attività agricole che comportino una deforestazione.

L’azienda cattura attualmente una tonnellata di carbonio al giorno dalla sua iniziativa BECC pilota e preme sul governo britannico per ottenere le sovvenzioni necessarie a sviluppare il progetto su una scala che potrebbe essere un punto di svolta per le ambizioni climatiche del Regno Unito.

Secondo le stime di Drax, il progetto catturerebbe emissioni di carbonio sufficienti a compensare l’inquinamento prodotto dalle sue altre centrali elettriche a combustibili fossili.

L’azienda ha acquistato una serie di vecchie centrali a gas di Scottish Power l’anno scorso e recentemente ha ottenuto il sostegno del governo per convertire a gas alcune vecchie unità a carbone, nonostante l’opposizione di gruppi ambientalisti, secondo cui non dovrebbe essere dato il via libera ad alcun nuovo impianto a combustibili fossili.

Investire nel gas potrebbe non essere una strategia ovvia per una utility che si è prefissa gli obiettivi climatici più ambiziosi di qualsiasi altra azienda al mondo, ma, secondo Drax, la strada verso emissioni nette di carbonio inferiori allo zero non è necessariamente una strada dritta e semplice.

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