Dopo i ministri dell’Ambiente di dodici paesi europei (tra cui Sergio Costa per l’Italia), è il turno delle società energetiche europee di sottoscrivere una lettera aperta a Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue con delega al Green Deal.
Iberdrola, EDP, Enel, Orsted, SSE, Statkraft e Verbund, infatti, hanno chiesto a Bruxelles di adottare una legislazione sul clima ambiziosa e di integrare nel quadro legislativo di ogni paese la neutralità climatica entro il 2050, aumentando ad almeno il 55% l’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030.
A tal fine, si legge nell’estratto della lettera inviata a Timmermans, le utility hanno identificato i seguenti principi chiave che la legislazione europea dovrebbe sancire in tutti i paesi:
- Il costo dell’energia fornita e utilizzata nell’Unione europea dovrebbe riflettere i reali costi impattanti il clima.
- I regimi fiscali e tariffari dovrebbero riflettere anch’essi gli impatti sul clima da parte dell’energia fornita ai consumatori.
- Interruzione delle sovvenzioni a progetti infrastrutturali non compatibili con la neutralità climatica entro il 2050.
- Una transizione energetica equa in grado di far avanzare tutti dovrebbe essere un principio guida nelle strategie mirate al mantenere la competitività e a ridurre al minimo gli impatti distributivi.
- Tutti gli europei dovrebbero avere il diritto di scegliere un “prodotto green” per le loro necessità domestiche in tema di fornitura elettrica e di riscaldamento.
- La promozione di un mercato interno integrato e digitalizzato per consentire una transizione energetica efficiente in termini di costi.
- I costi dei modelli di sistemi energetici dovrebbero essere basati su dati di mercato aggiornati, a livello nazionale e comunitario.
- Economia circolare ed efficienza dovrebbero minimizzare il depauperamento delle risorse e migliorare lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e la diffusione dell’elettrificazione basata sulle energie rinnovabili.
Vedremo se a questo “appello” risponderanno altre multinazionali dell’energia, al momento più attente a fare greenwashing che iniziative concrete di decarbonizzazione.