Caro energia: in Italia le rinnovabili lo stanno già mitigando, anche senza tagli

Se le Fer fossero già al 72% del mix elettrico, risparmieremmo 30 miliardi l'anno. Dati e considerazioni sul caro bollette e sul ruolo delle fonti green.

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Mentre il governo italiano si appresta a colpire gli extra profitti delle rinnovabili per combattere il caro energia, con una controversa misura inserita nella bozza del decreto Sostegni, si trascura il contributo che le fonti rinnovabili già ora danno nel contenere i prezzi.

Ad esempio, gli impianti incentivati con le ultime aste forniscono al Gse energia a un prezzo fisso per 20 anni inferiore a 68 €/MWh, un quarto rispetto al prezzo spot di dicembre (280 €/MWh) e meno di un terzo rispetto a quello di inizio gennaio 2022 (circa 230 €/MWh).

Intanto il costo del sostegno alle rinnovabili scende: oltre ai progetti senza sussidi, oggi in pratica nemmeno i nuovi impianti incentivati pesano sulle bollette, grazie alle tariffe a due vie e agli alti valori dei prezzi elettrici, che da soli bastano a coprire la remunerazione fissa dovuta ai parchi eolici e FV.

Anche per questo fenomeno, spiegava il Gse a ottobre 2021, gli oneri di sistema caleranno di quasi 1,4 miliardi nel 2022, ma la riduzione sarà sicuramente maggiore di quanto stimato a ottobre, vista l’impennata dei prezzi arrivata negli ultimi mesi (si veda grafico sotto, scala asse Y in mld €).

Come noto, il vero responsabile del caro energia è invece il prezzo del gas, aumentato di circa 4 volte in confronto alla media degli ultimi anni; ora siamo intorno a 80 euro per MWh contro una media di 20 euro/MWh degli scorsi anni.

Data la forte dipendenza della generazione elettrica italiana dal gas, e con le rinnovabili ferme al 41% del mix produttivo, la bolletta elettrica complessiva del nostro Paese si attesterà a 75 miliardi di euro nel 2021 (dato preconsuntivo), in crescita del 70% sul 2019, quando era pari a 44 miliardi, secondo una recente analisi di Elettricità Futura (slide in basso).

Se per pura ipotesi, in Italia avessimo già il mix di generazione previsto dal Green Deal europeo per il 2030, con il 72% di rinnovabili sui consumi elettrici, la nostra bolletta oggi sarebbe di 45 miliardi di euro, con un risparmio di una trentina di miliardi, stima l’associazione.

Nel documento di EF ci sono alcune considerazioni che aiutano a capire perché sia sbagliata la logica di colpire solo gli extra profitti delle rinnovabili, senza guardare agli extra profitti delle fonti fossili.

Rendite elevate, dovute ai prezzi elevati, “possono essersi realizzate solo per quote minoritarie di elettricità venduta direttamente sui mercati spot“, spiega Elettricità Futura. Per il gas invece “la stragrande maggioranza dei profitti si concentra nella parte upstream, cioè dei produttori di gas, praticamente tutti all’estero”.

Inoltre, “la generalità degli operatori elettrici stipula, per importanti quote dell’energia prodotta dai propri impianti, contratti a termine basati su prezzi di cessione stabiliti anche con molto anticipo rispetto alla consegna”, mentre la maggioranza dei meccanismi incentivanti per le rinnovabili prevede “un sostegno inversamente proporzionale al valore dell’energia, escludendo del tutto la possibilità di generare extra profitti in capo all’operatore”.

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