Caldaie a gas, passa lo stop agli incentivi

Approvato un emendamento al ddl Bilancio: da gennaio 2025 niente più detrazioni fiscali per gli impianti di riscaldamento a fonti fossili, compresi gli apparecchi a condensazione.

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Da gennaio prossimo le caldaie a gas non potranno più accedere alle detrazioni fiscali, come previsto dalla direttiva europea Case Green.

Nella notte tra lunedì e martedì, infatti, la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento in tal senso al ddl Bilancio.

A fine novembre, ricordiamo, erano stati presentati tre emendamenti bipartisan che chiedevano di escludere dalle agevolazioni gli impianti di riscaldamento a fonti fossili. Due di queste proposte, quelle di Forza Italia e Fratelli d’Italia, sono state poi ritirate; l’emendamento del M5S (8.21, primo firmatario Cappelletti), identico a quelli della maggioranza, è stato invece approvato in Commissione lunedì notte, con il parere favorevole del governo.

La questione dunque sembra definita, dato che il ddl Bilancio si avvia ormai a essere chiuso: in tarda serata di ieri, martedì 17, la commissione Bilancio della Camera ha concluso l’esame degli emendamenti alla Manovra.

Alle 10 di questa mattina è convocata la conferenza dei capigruppo, che definirà i tempi di discussione nell’Aula di Montecitorio, dove potrebbe essere posta la questione di fiducia già oggi, per passare poi al Senato per l’ok definitivo, che dovrebbe arrivare il 28 dicembre.

La modifica approvata sulle caldaie prevede che siano esclusi dalle detrazioni fiscali “gli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili”: niente da fare dunque nemmeno per le più efficienti caldaie a gas, mentre potrebbero essere ammessi i sistemi ibridi.

Il divieto di sussidiare impianti a fonti fossili, ricordiamo, scatterà da gennaio peraltro anche a livello europeo, grazie alla direttiva Epbd-Case Green, la 1275/2024 sulla “Prestazione energetica nell’edilizia”, entrata in vigore a fine maggio 2024. Un’eventuale proroga inalterata delle detrazioni fiscali italiane, avrebbe dunque messo il nostro Paese a rischio di infrazione.

L’articolo 17 comma 15 della citata direttiva, infatti, stabilisce che dal primo gennaio 2025 non si potranno più fornire incentivi di alcun tipo per l’acquisto, l’installazione e la messa in funzione di caldaie autonome alimentate a combustibili fossili.

A ottobre poi, la Commissione europea ha pubblicato delle linee guida su come si debba applicare questo divieto.

In sintesi, per gli impianti a gas, sarà ancora possibile sussidiare solo i sistemi ibridi con una quota “considerevole” di energia rinnovabile, mentre si esclude la possibilità di agevolare le cosiddette caldaie hydrogen ready, almeno fino a che la rete del gas locale trasporta prevalentemente gas fossile.

Non c’è dunque margine di interpretazione sul fatto che gli Stati membri nel 2025 non possano continuare a incentivare caldaie a gas, nemmeno se a condensazione e in classe A o superiore.

Incentivare le caldaie a gas di classe A è peraltro in contraddizione con il regolamento Ue 2017/1369 sull’etichetta energetica: all’articolo 7 dispone, infatti, che gli incentivi debbano puntare “alle due classi di efficienza energetica più elevate e significativamente popolate, o a classi superiori”.

Le caldaie a gas, dunque, da gennaio resteranno incentivate, solo per la pubblica amministrazione, esclusivamente dal Conto Termico 2.0, ma per poco: il Conto Termico 3.0, che dovrebbe essere varato a breve, non le incentiverà più nemmeno per la PA.

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