Bp: servono 450-600 GW di rinnovabili ogni anno nei nuovi scenari energetici

Dati e tendenze su fonti pulite, idrocarburi, idrogeno e altre tecnologie (come la cattura della CO2), nell'ultimo rapporto del colosso petrolifero Uk sulla transizione energetica.

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Gli scenari energetici sono più incerti che mai dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, la quale rischia di complicare il percorso della transizione green che richiederebbe 450-600 GW di nuova capacità rinnovabile ogni anno al 2035, fino a due volte e mezzo in più rispetto al massimo raggiunto finora.

Questo il dato principale sulle rinnovabili citato dal Bp Energy Outlook 2023, il rapporto annuale del colosso petrolifero Uk sui temi energetici, come riassume il grafico seguente.

La guerra, infatti, ha spostato il focus dalla riduzione delle emissioni di CO2 ai problemi per la sicurezza e convenienza delle forniture di energia.

Nel presentare il rapporto, il capo economista di Bp, Spencer Dale, ha sottolineato che “la maggiore attenzione alla sicurezza energetica a seguito della guerra Russia-Ucraina ha il potenziale per accelerare la transizione energetica, mentre i paesi cercano di aumentare l’accesso all’energia prodotta internamente, gran parte della quale probabilmente proverrà da fonti rinnovabili e altri combustibili non fossili”.

Tuttavia, gli eventi “mostrano anche come interruzioni relativamente piccole delle forniture energetiche possano portare a gravi costi economici e sociali, evidenziando l’importanza che la transizione dagli idrocarburi sia ordinata, in modo tale che la domanda di idrocarburi sia in linea con le forniture disponibili“.

Sono tre gli scenari tracciati da Bp per i prossimi anni.

Quelli denominati Accelerated e Net Zero esplorano i potenziali cambiamenti dei mix energetici per raggiungere sostanziali riduzioni delle emissioni di CO2 entro il 2050, rispettivamente di circa il 75% e di oltre il 95%.

Entrambi gli scenari presuppongono un significativo rafforzamento delle politiche climatiche a livello globale; invece lo scenario New Momentum riflette l’attuale traiettoria del sistema energetico mondiale: il picco delle emissioni globali di CO2 è atteso nei prossimi anni e intorno al 2050 le emissioni saranno di circa il 30% inferiori in confronto ai livelli del 2019.

Un punto che desta perplessità, ma che si può capire vista la provenienza del report, è che, secondo Bp, il declino naturale delle fonti di produzione esistenti implica la necessità di continui investimenti nel petrolio e nel gas nei prossimi 30 anni, anche nello scenario Net Zero. Un’affermazione che cozza decisamente contro la logica della transizione verde.

Tra le tendenze-chiave che emergono nel rapporto, Bp segnala le seguenti:

  • il carbon budget si sta esaurendo perché le emissioni di CO2 sono aumentate ogni anno dalla Cop di Parigi del 2015; quanto più lungo è il ritardo nell’adottare misure decisive per ridurre le emissioni di gas serra, tanto maggiori saranno i probabili costi economici e sociali che ne deriveranno;
  • il sostegno dei governi alla transizione energetica è aumentato ulteriormente in diversi paesi, compresa l’approvazione dell’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti, ma la portata della sfida della decarbonizzazione suggerisce che è necessario un maggiore impegno a livello globale per facilitare l’autorizzazione e l’approvazione di progetti e investimenti low carbon;
  • in tutti gli scenari considerati, cambia la struttura della domanda di energia, con una diminuzione dei combustibili fossili e una quota crescente di energie rinnovabili; la transizione però richiede anche una serie di altre fonti e tecnologie, tra cui l’idrogeno a basse emissioni di CO2, le bioenergie e lo stoccaggio del carbonio;
  • la domanda di petrolio diminuisce rispetto alle previsioni, grazie al calo dei consumi nei trasporti stradali sempre più elettrificati; il petrolio continua comunque a svolgere un ruolo importante nel sistema energetico globale per i prossimi 15-20 anni in tutti e tre gli scenari;
  • le prospettive per il gas naturale dipendono dalla velocità della transizione energetica, con l’aumento della domanda nelle economie emergenti, via via che crescono e si industrializzano, compensata dal calo della domanda nei Paesi più sviluppati;
  • il sistema energetico globale si decarbonizza, trainato dal boom di eolico e fotovoltaico: queste due fonti rappresentano tutta (o la maggior parte, in base allo scenario di riferimento) della crescita della produzione di energia, grazie alla crescente competitività dei costi e alla maggiore integrazione nelle reti con sistemi di accumulo elettrico;
  • la produzione di idrogeno a basse emissioni di CO2 svolge un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione del sistema energetico, in particolare nei processi industriali energivori e nei trasporti pesanti;
  • le tecnologie CCS (Carbon capture and storage), così come le tecnologie per rimuovere la CO2 (ad esempio i sistemi Direct Air Capture), saranno necessarie per raggiungere la decarbonizzazione completa e in tempi più rapidi.

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