Nel mondo si vendono sempre più auto elettriche, con una crescita del 63% nella prima metà del 2022 rispetto allo stesso periodo di un anno fa, grazie soprattutto ai mercati di Europa e Cina.
E il boom delle auto alla spina ha due importanti conseguenze per il comparto energetico: la riduzione dei combustibili fossili e un aumento della capacità di stoccaggio elettrico, che potrà abilitare nuovi servizi per la rete.
Queste le principali tendenze sottolineate da BloombergNEF nel suo “Zero-Emission Vehicles Progress Dashboard” (link in basso) dedicato alle ultime evoluzioni del mercato automotive su scala globale.
Vediamo i dati più importanti con qualche grafico.
Innanzitutto, le auto elettriche vendute da gennaio a giugno 2022 hanno raggiunto circa 4,3 milioni di unità (+63% sul 2021). Europa e Cina hanno fatto il grosso del mercato complessivo (84%), anche se i Paesi europei hanno rallentato un pò la loro corsa mentre la Cina ha decisamente accelerato.
È bene precisare che i numeri includono sia le vetture elettriche “pure”, alimentate esclusivamente da batterie (BEV, Battery electric vehicle), sia i modelli ibridi plug-in e quelli a idrogeno.
Il mercato italiano figura tra i più dinamici con oltre 85mila nuove immatricolazioni di auto elettriche nel primo semestre 2022.
Va però evidenziata una discrepanza con i dati diffusi lo scorso giugno da Motus-E che per i primi sei mesi 2022 parlava di 61.886 auto elettriche e ibride plug-in complessivamente vendute in Italia, in calo del 9% anno-su-anno, calo poi proseguito nei mesi successivi.
Tornando ai dati globali di BloombergNEF, emerge che le auto elettriche pure hanno raggiunto il 71% delle vendite totali del segmento electric. Il restante 29% circa del venduto, invece, riguarda modelli ibridi plug-in, con una quota irrisoria di modelli a idrogeno.
La fetta di mercato complessiva delle elettriche ha toccato il 13% nei primi sei mesi 2022 (9% considerando solo i BEV). A giugno 2022 la flotta mondiale di vetture alla spina aveva superato 21 milioni, di cui quasi metà in Cina e il 32% in Europa.
Tanto che la stessa Iea (International Energy Agency), nel valutare lo stato di salute di 55 diverse tecnologie, alla luce del traguardo net-zero 2050 che prevede un azzeramento delle emissioni nette di CO2, rtiene che solo due settori si stiano sviluppando con la dovuta rapidità.
Uno di questi è proprio la mobilità elettrica, grazie al boom di vendite di auto alla spina registrato già nel 2021 con 6,6 milioni di unità, sottolinea il nuovo “Tracking Clean Energy Progress”.
Più in generale, BloombergNEF stima che tutti i veicoli elettrici, inclusi quelli a 2/3 ruote, autobus, camion e furgoni, nel 2022 consentiranno di evitare il consumo di circa 1,7 milioni di barili giornalieri di petrolio.
Il grosso (61%) di questa domanda evitata di petrolio è da attribuire alla rapida diffusione di moto elettriche e altri piccoli mezzi elettrici a tre ruote in Asia.
Infine, altro dato su cui riflettere, è che al 2030 tutti i veicoli elettrici circolanti avranno una capacità di accumulare energia 17 volte superiore a quella dei sistemi di storage per la rete: 18,7 TWh vs 1,1 TWh.
Ecco perché occorre puntare su tecnologie e soluzioni che possano integrare sempre di più i veicoli alla spina, con le loro batterie, nelle reti energetiche, tramite sistemi di comunicazione bidirezionale di vehicle-to-grid.
In sostanza, le batterie delle auto potranno diventare strumenti attivi delle reti stesse, offrendo capacità di accumulo per far fronte ai picchi di domanda, oltre ai servizi di regolazione e di bilanciamento dei carichi.
Al momento, però, restano molte barriere: costi elevati delle nuove tecnologie e mancanza di modelli di business e incentivi per invogliare gli automobilisti a rendere disponibili le loro vetture per questo tipo di applicazioni.