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Carbone in declino, se non fosse per l’Asia…

La Iea prevede che la domanda di carbone calerà quest’anno, per aumentare marginalmente fino al 2024.

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La domanda mondiale di carbone dovrebbe diminuire nel 2019, per rimanere però stabile o aumentare marginalmente nei prossimi cinque anni, sostenuta da una forte crescita nei principali mercati asiatici.

È quanto prevede l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) nelle sue ultime analisi e previsioni di mercato.

La domanda di carbone per l’anno che sta per terminare risulterà in marcata diminuzione, principalmente a causa del minore utilizzo del carbone nella generazione di energia elettrica, destinata a segnare il calo maggiore mai registrato: oltre 250 TWh in meno, ovvero oltre il 2,5%.

Tale flessione è dovuta a cali a due cifre negli Stati Uniti e in Europa, secondo il rapporto Coal 2019, pubblicato oggi con previsioni fino al 2024.

Secondo la IEA è troppo presto però per dire se la prevista diminuzione globale della produzione di energia a carbone di quest’anno sarà l’inizio di una tendenza a lungo termine.

Sebbene, infatti, la generazione elettrica da carbone aumenterà solo marginalmente nei prossimi cinque anni – ad un ritmo inferiore all’1% all’anno – e la sua quota scenderà dal 38% del 2018 al 35% nel 2024, e nonostante le fonti rinnovabili soddisferanno una parte importante dell’aumento della domanda globale di elettricità, il carbone rimarrà comunque e di gran lunga la principale fonte di approvvigionamento energetico a livello mondiale nei prossimi anni.

Nel grafico si vede come le previsioni sull’andamento della domanda di carbone contenute nel rapporto per il 2019 siano in lieve rialzo rispetto alle stime contenute nei rapporti precedenti.

Tale tendenza globale dipende in larga misura dalla Cina, dove si produce e si consuma metà del carbone mondiale. In Europa e negli Stati Uniti, invece, la generazione elettrica da carbone sta scendendo a livelli mai visti da decenni.

La crescita del fotovoltaico e dell’eolico, i bassi prezzi del gas naturale e la stagnazione della domanda di energia elettrica hanno creato una tempesta perfetta per il carbone in entrambe i continenti, dove le centrali tradizionali continuano ad essere messe in naftalina.

Queste tendenze continueranno fino al 2024, anche se si prevede un rallentamento del declino, a meno che il carbone non sia sottoposto a pressioni supplementari dovute a politiche climatiche più incisive o a prezzi del gas naturale più bassi del previsto.

L’eolico e il fotovoltaico stanno crescendo rapidamente in molte parti del mondo. Con l’esaurimento degli investimenti in nuovi impianti, la capacità di produzione di energia a carbone al di fuori dell’Asia sta chiaramente diminuendo e continuerà a farlo nei prossimi anni”, ha detto Keisuke Sadamori, Direttore dei Mercati Energetici e della Sicurezza della IEA, in un comunicato.

“Ma questa non è la fine del carbone, poiché la domanda continua ad espandersi in Asia“, ha aggiunto Sadamori. “La quota asiatica nella produzione mondiale di energia da carbone è passata da poco più del 20% nel 1990 a quasi l’80% nel 2019, il che significa che il destino del carbone è sempre più legato alle decisioni prese nelle capitali asiatiche“.

Il rapporto della IEA evidenzia che i paesi del Sud e Sud-Est asiatico – come India, Indonesia e Vietnam – fanno affidamento sul carbone per alimentare la loro crescita economica.

Il gas naturale e il petrolio sono tradizionalmente le principali fonti di generazione elettrica in Pakistan, ma dal 2017 il paese ha commissionato 5 GW di capacità elettrica a carbone, e altri 5 GW sono previsti per i prossimi anni. In Bangladesh, dove il gas naturale da tempo genera la maggior parte dell’energia elettrica, il carbone guadagnerà quote nei prossimi anni, con 10 GW di capacità sulla rampa di lancio.

“Nel 2019, la produzione globale di energia a carbone subirà il più grande calo di sempre e la produzione di energia a carbone in India probabilmente diminuirà per la prima volta in 45 anni”, ha detto Sadamori. “Il quadro globale, tuttavia, non è cambiato molto. Il carbone sta scomparendo in molte economie avanzate, ma resiste e continua persino a crescere nell’Asia in via di sviluppo”.

La bassa produzione di carbone in India quest’anno è dovuta ad una crescita insolitamente esigua della domanda di elettricità e ad una produzione idroelettrica eccezionalmente elevata, ma non è affatto scontato che ciò si ripeterà, ha spiegato il direttore dell’agenzia.

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