Arera: il mercato libero spopola ma non conviene

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Il 74,4% dei clienti elettrici e l'85,9% di quelli gas ha una fornitura non più in tutela (dati Arera aggiornati a marzo 2024), ma la quasi totalità delle offerte disponibili risulta più onerosa.

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I passaggi dalle condizioni di tutela al libero mercato proseguono “a ritmo sostenuto”, ma gli utenti raramente riescono a cogliere le (poche) opportunità che si nascondono tra le offerte.

Il sesto aggiornamento del rapporto Arera sul retail energetico (link in basso), redatto ai sensi del decreto del ministero dello Sviluppo Economico del 31 dicembre 2020, rivela come a marzo 2024 si approvvigiona nel mercato libero:

  • nel settore elettrico, il 74,4% dei clienti domestici (+2,4 punti percentuali rispetto a settembre 2023) e l’84,9% (+2,4 p.p.) dei clienti BT Altri usi;
  • nel settore del gas, in seguito alla conclusione del Servizio di Tutela avvenuta a dicembre 2023, l’85,9% dei clienti domestici (+17,1 p.p. rispetto a settembre 2023) e il 98,1% dei condomìni uso domestico con consumi inferiori ai 200mila Smc (+21,7 p.p.).

Ricordiamo che dal 1° luglio i clienti domestici che erano serviti in maggior tutela sono passati automaticamente nel Servizio a Tutele Graduali (Stg), mentre i clienti domestici vulnerabili non hanno subìto modifiche, continuando a restare sotto tutela.

Il nuovo servizio delle tutele graduali sarà attivo per poco meno di tre anni (fino al 31 marzo 2027) al termine dei quali, in mancanza di una scelta espressa, i clienti continueranno a essere riforniti dallo stesso venditore Stg sulla base della sua offerta di mercato libero più favorevole.

Tornando al rapporto Arera, si evidenzia che nel settore elettrico, con riferimento ai clienti domestici, il mercato libero è preponderante. Nella stragrande maggioranza delle regioni e delle province, oltre il 69% dei domestici è fuori dalla tutela. Soltanto 5 province (Imperia, Sondrio, Trento, Rieti e Roma) non raggiungono questa quota.

Arera fornisce dati anche per quanto riguarda lo switching: i clienti domestici nel 2023 hanno cambiato fornitore con maggiore frequenza rispetto agli altri anni in entrambi i settori, elettrico e gas, una tendenza confermata anche nel primo trimestre del 2024.

Nel settore elettrico, nel periodo monitorato del 2024 (gennaio-marzo), i clienti domestici hanno cambiato fornitore a un ritmo piuttosto elevato rispetto agli anni precedenti (6,6%), che se confermato nel resto dell’anno porterebbe a un tasso annuo del 26,3% a fronte del 20,2% del 2023. Circa i tre quarti di tali cambi di fornitore sono avvenuti nell’ambito del mercato libero.

Nel settore gas il tasso è pari al 5,5% (+1,7 p.p.). Quasi nove clienti domestici su dieci erano usciti dalla tutela già in passato.

Libero mercato: poche offerte convenienti

Venendo all’analisi dei prezzi, la quasi totalità delle offerte disponibili risulta meno conveniente della tutela, per tutti i clienti tipo analizzati, sia per le offerte a prezzo fisso che per quelle a prezzo variabile.

Con riferimento al settore elettrico, Arera spiega che questa condizione è legata anche alla variazione della componente di perequazione del prezzo dell’energia (PPE).

Questa serve a garantire che gli importi complessivamente pagati ogni trimestre dai clienti serviti in regime di tutela con le componenti Prezzo dell’energia (PE) e Dispacciamento (PD) equivalgano ai costi di acquisto e dispacciamento effettivamente sostenuti per fornire loro l’energia.

Per questo motivo la componente PPE può avere segno positivo (a debito del cliente, quando i costi effettivi risultano superiori a quelli previsti) o segno negativo (a credito del cliente, quando i costi effettivi risultano inferiori a quelli previsti). Nel primo semestre 2024 la componente PPE ha segno negativo e incide per -2,511 c€/kWh nel primo trimestre e -2,354 c€/kWh nel secondo trimestre.

Dal monitoraggio dell’Autorità emerge che per il cliente tipo domestico residente con consumo da 2.000 kWh e 3 kW di potenza, sono disponibili in media 10 offerte più convenienti della maggior tutela, pari al 0,9% delle offerte a disposizione.

Di queste, 3 sono a prezzo variabile e 7 a prezzo fisso. La media mensile del risparmio massimo ottenibile scegliendo l’offerta a prezzo variabile più conveniente in ciascun mese è stata di -25,66 € (pari al -5,2% della spesa di maggior tutela); quella ottenibile scegliendo l’offerta a prezzo fisso più conveniente in ciascun mese è stata di -72,3€, (pari al -14,4% della spesa di maggior tutela).

I clienti sono anche poco informati e quindi incapaci di fare la scelta migliore. L’indagine dell’Autorità su un campione di clienti domestici elettrici che hanno cambiato fornitore tra il 2022 e il primo semestre 2024 conferma che “un significativo numero di clienti sceglie offerte economicamente meno vantaggiose rispetto alla maggior tutela”.

I clienti che hanno scelto offerte con spesa inferiore alla media delle offerte disponibili:

  • per le offerte a prezzo fisso, il 38,5% nel 2022, il 74,3% nel 2023 e il 56,3% nel primo semestre del 2024;
  • per le offerte a prezzo variabile, il 51% nel 2022, il 42,3% nel 2023 e il 73,5% nel primo semestre del 2024.

Nel primo semestre 2024, cresce significativamente la quota di clienti che ha scelto un’offerta fortemente non conveniente: 22,63% a prezzo variabile e 43,57% a prezzo fisso.

Energia e inflazione

Il costo dell’energia elettrica spinge inoltre l’inflazione. Secondo Istat, a luglio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,5% su base mensile e dell’1,3% su base annua.

Nell’ambito dei beni energetici non regolamentati, che segnano un +3,3% rispetto a giugno, pesa l’evoluzione dei prezzi dell’energia elettrica nel mercato libero (+3,6%).

Per quanto riguarda la componente regolamentata, l’accelerazione che l’ha portata da +3,5% a +11,3% è condizionata dalla forte attenuazione della flessione dei prezzi dell’energia elettrica nel mercato tutelato (da -24,7% a -9,7%)

La spinta maggiore su base mensile è però quella in arrivo dalle famiglie in transizione, passate dalle tutele al libero. Sulla base delle migliori offerte presenti sul portale Arera, Istat ha stimato per questo segmento un aumento medio a luglio del 52,6% rispetto a giugno, e del 7,3% su base annua.

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