Aree idonee e agrivoltaico, “l’ultima bozza è una tragedia per il settore”

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Un'intervista a Rolando Roberto sulle prospettive dell'agroFV nel nostro paese. Le preoccupazioni del vicepresidente di Italia Solare e membro del gruppo di lavoro dedicato al fotovoltaico in agricoltura.

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“Se la bozza del decreto rimanesse così, sarebbe una tragedia per il settore, perché di fatto non ci sarebbero aree idonee se non utilizzando sistemi di agrovoltaico di tipo elevato, cosiddetti di tipo avanzato”.

È il decreto sulle aree idonee, di cui abbiamo commentato la bozza più recente, l’ombra nera che si stende sull’agrivoltaico italiano, secondo l’ingegner Rolando Roberto, vicepresidente di Italia Solare, oltre che coordinatore e membro del gruppo di lavoro dell’associazione dedicato al FV in agricoltura.

Nell’intervista video (vedi in basso), realizzata ieri a margine dell’evento di Solarplaza dedicato all’agrivoltaico, Roberto spiega che il grosso del contributo del FV in ambito agricolo potrà essere dato solo dall’agrivoltaico “semplice”, che la bozza esclude da ampie zone del Paese.

Il più costoso agrivoltaico “avanzato”, spiega l’esperto, per ora serve a tracciare la strada, perché ha bisogno di incentivi importanti, come emerge dalla stima dei costi di queste configurazioni, “anche dal 30 all’80% più alti”.

L’atteso bando Pnrr, che incentiverà 1 GW di impianti agrivoltaici avanzati, dunque “è molto utile per la fase di ricerca e sviluppo, ma non contribuirà sicuramente a raggiungere gli obiettivi 2030, estremamente sfidanti e per cui dovremo assolutamente correre”, ha sottolineato Rolando Roberto.

Preoccupa, secondo il vicepresidente di Italia Solare, anche il proliferare di linee guida in materia, come i documenti Cei e Uni-Enea: “interpretano le linee guida ministeriali non sempre in maniera coerente”, spiega.

La sua proposta è invece di lavorare tutti insieme per andare verso una seconda versione delle linee guida ministeriali e poi a quel punto, man mano che la normativa si farà più chiara e dopo l’entrata in vigore anche il decreto Pnrr, collaborare su  tavoli più specifici che prendano come base di partenza una normativa più consolidata.

 

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