Apple lancia un fondo per investire in rinnovabili in Cina

La particolarità del China Clean Energy Fund è il coinvolgimento di fornitori e aziende partner negli investimenti in energie pulite. Previsti per almeno 300 milioni di dollari in quattro anni.

ADV
image_pdfimage_print

Tra i vari strumenti messi in campo dalle multinazionali per investire nelle fonti rinnovabili – contratti PPA “verdi” di lungo termine, autoproduzione di elettricità con parchi eolici e solari, misure di efficienza con cui ridurre i consumi energetici – Apple ha ideato una soluzione che coinvolge i suoi principali fornitori.

Parliamo del China Clean Energy Fund, su cui il colosso di Cupertino punterà circa 300 milioni di dollari nei prossimi quattro anni, grazie anche all’ingresso iniziale di dieci aziende partner (il loro numero potrebbe poi aumentare), ognuna delle quali parteciperà con quote variabili al nuovo veicolo finanziario totalmente dedicato alle tecnologie pulite.

Con questi soldi, il fondo, che sarà gestito dalla società d’investimenti DWS Group, spiega una nota, promuoverà la realizzazione di progetti nelle energie a zero emissioni inquinanti, con l’obiettivo d’installare oltre 1 GW di nuova potenza green in Cina.

Così, per la prima volta, una grande compagnia informatica globale intende favorire la de-carbonizzazione della sua intera filiera produttiva, rendendo partecipi della sua strategia pro-rinnovabili le diverse società che forniscono i componenti alla casa madre.

Compal Electronics, Golden Arrow, Pegatron, Solvay e Sunway Communication sono alcune delle imprese che hanno aderito fin da subito al fondo cinese costituito da Apple.

Il marchio della mela morsicata, tra l’altro, pochi mesi fa aveva annunciato, al pari di Google, che tutte le sue attività – negozi, centri elaborazione dati, uffici – sono alimentate al 100% da fonti rinnovabili attraverso 25 impianti eolici e solari in tutto il mondo, per complessivi 626 MW di potenza installata, con altri 15 progetti in costruzione che porteranno la capacità “verde” totale a 1,4 GW (vedi QualEnergia.it).

Inoltre, sono 23 i fornitori di Apple che si sono già impegnati ufficialmente a raggiungere il traguardo del 100% di rinnovabili.

Come evidenziato in altre occasioni, in queste politiche aziendali votate alla riduzione delle emissioni di CO2, un ruolo decisivo è affidato ai contratti PPA (Power Purchase Agreements), gli accordi pluriannuali tra imprese/industrie e fornitori di energia.

In pratica, l’azienda s’impegna ad acquistare per un certo numero di anni, di solito almeno 10-15, un certo ammontare di elettricità generata dai parchi eolici e fotovoltaici, pagandola un prezzo predeterminato, con eventuali clausole “hedge” che consentono di proteggersi dalle fluttuazioni sul mercato spot dell’energia.

Questi contratti, di recente, hanno attirato l’interesse anche di settori molto energivori come quello chimico, con l’adesione dell’European Chemical Industry Council alla piattaforma RE-Source, lanciata lo scorso autunno dalla lobby europea del solare e dell’eolico per diffondere le intese PPA in Europa, dove sono molto meno utilizzate rispetto, ad esempio, agli Stati Uniti (vedi QualEnergia.it).

ADV
×