Revisione della direttiva sull’efficienza energetica negli edifici, l’Italia colga l’occasione

Il nostro Paese ha tempo fino al 5 dicembre per prendere una posizione. Francia, Germania, Irlanda e Svezia hanno già manifestato il loro sostegno a una revisione ambiziosa della direttiva. “ E' ora il momento che l’Italia faccia lo stesso”, chiede a Calenda la European Alliance to Save Energy.

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L’Italia – nell’interesse dell’economia dell’intero sistema-Paese – prenda una posizione ambiziosa in sede Ue rispetto alla revisione della direttiva sull’efficienza energetica negli edifici, la EPBD, che la presidenza estone del Consiglio europeo vuole concludere entro il prossimo 5 dicembre.

L’appello, contenuto in una lettera indirizzata al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, arriva a EU-ASE, la European Alliance to Save Energy, di cui fa parte anche l’italiano Kyoto Club.

“Siamo convinti che sia possibile migliorare l’attuale normativa EPBD, ponendo al centro della strategia di transizione energetica dell’Unione europea la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, in gran parte inefficiente dal punto di vista energetico”, dichiara Monica Frassoni, presidente di EU-ASE.

Tutto ciò, spiega l’associazione in una nota, a maggior ragione dopo che l’11 ottobre la commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo ha adottato a larga maggioranza il rapporto legislativo sulla EPBD presentato dall’europarlamentare Bendt Bendtsen, nel quale questa esigenza viene pienamente riconosciuta.

Francia, Germania, Irlanda e Svezia – si ricorda – hanno già manifestato il loro sostegno a una revisione ambiziosa della direttiva: “è ora il momento che l’Italia faccia lo stesso”.

“L’Italia – aggiunge Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club (e di QualEnergia.it) – è uno dei Paesi che ha più da guadagnare da un accordo al rialzo nel processo di revisione della direttiva EPBD, che permetterebbe l’avvio di programmi di deep renovation dell’immenso patrimonio edilizio italiano, senza i quali non sarà peraltro possibile raggiungere gli obiettivi previsti dalla nuova Strategia energetica nazionale e dal pacchetto energia clima UE al 2030 e al 2050 .”

La deep renovation, cioè la riqualificazione spinta di interi edifici con riduzioni dei consumi del 60-80%, ricorda infatti Silvestrini, “comporta nuove opportunità ambientalmente sostenibili per le aziende dell’edilizia, possibilità di industrializzare gli interventi riducendo i costi, nuovi posti di lavoro e una forte diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra”.

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