Nel giorno di chiusura della consultazione sull’aggiornamento della SEN, anche FIRE, Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia, ha inviato le sue osservazione.
Nel documento FIRE (in allegato in basso), viene messo in evidenza che le misure delineate per l’efficienza energetica sono “solo accennate nella Strategia Energetica Nazionale e non corroborate da analisi di fattibilità o piani di azione”.
Mancano inoltre, si denuncia, stime sui costi associati all’attuazione degli obblighi e sulle risorse che la SEN prevede di associare a ciascuna misura proposta.
“L’impressione, collegata anche a quanto indicato nelle premesse del documento in consultazione, è che molto finisca per dipendere dall’introduzione sul mercato di nuove tecnologie, capaci di produrre risparmi energetici e riduzioni delle emissioni a costi molto più bassi di quelli prevedibili con l’applicazione delle soluzioni oggi disponibili”, si osserva.
La FIRE concorda che il raggiungimento degli obiettivi sull’efficienza energetica sia “tutt’altro che banale e scontato” e che sia “difficile pensare di riuscire a conseguirlo senza una rivisitazione dei processi produttivi, dell’approccio all’edilizia, delle modalità di trasporto e di lavoro, e più in generale delle abitudini.”
L’idea della proposta di SEN di sperare nell’innovazione dovrebbe a parere delle Federazione essere accompagnata da “un maggiore sforzo sulla priorità dedicata alla ricerca e allo sviluppo, che invece si appoggia prevalentemente alla ricerca pubblica, di cui si accenna a una revisione per renderla più efficace, e ai programmi europei aperti alle imprese.”
Non sono previsti – si critica – strumenti aggiuntivi a quelli oggi esistenti che possano favorire l’auspicata evoluzione tecnologica: “in questo modo molto dipenderà dunque dagli sviluppi dei mercati internazionali, di cui difficilmente saremmo protagonisti.”
Sul fronte delle misure di supporto, la SEN 2017 prevede un rafforzamento e una semplificazione degli schemi esistenti – “un elemento positivo per la continuità, sebbene si tratti di due termini facili da usare, non sempre da applicare se si guarda alla storia recente”, commenta FIRE, l’introduzione di nuovi dispositivi rivolti ai trasporti e al terziario, la prosecuzione del programma Industria 4.0 e del PREPAC per la P.A. e il lancio del fondo di garanzia atteso dal 2011.
La FIRE ritiene “fondamentale” continuare a dedicare incentivi alle soluzioni in grado di per sé di promuovere investimenti da parte delle imprese, quali i sistemi di monitoraggio e automazione, i sistemi di gestione, lo sviluppo di nuove filiere, maggiormente basate su un uso efficiente di tutte le risorse.
Allo stesso modo si ritiene che il fondo di garanzia per l’efficienza energetica, previsto ma mai attuato, rappresenterebbe una valida integrazione agli altri strumenti.
In conclusione, il documento proposto viene giudicato positivamente, in quanto “utile per avviare una discussione e un confronto fra i vari stakeholder su obiettivi ambiziosi e che richiederanno azioni sinergiche fra istituzioni e operatori di mercato.”
L’attenzione, si denuncia, è d’altra parte “troppo puntata su gas ed energia elettrica, due temi fondamentali e importanti, ma non sufficienti a produrre la svolta richiesta dall’Accordo di Parigi, né di per sé caratterizzati dal livello di innovazione e stimolo di nuovi modelli di business che questo richiede.”
“Efficienza energetica, fonti rinnovabili e produzione tradizionale – si conclude – continuano ad essere visti come elementi distinti, quando dovrebbero essere ricercate maggiori sinergie e sviluppi integrati, dedicando risorse alla ricerca di nuove soluzioni, allo sviluppo di nuove filiere all’incremento di politiche di uso efficiente delle risorse – con privilegio di quelle disponibili sul territorio – in un’ottica circolare.”